La Venere di Willendorf sarebbe stata scolpita nei pressi del Garda, dopo il recupero di una roccia calcarea presente tra il Benaco e Sega di Ala. Oggetto di uno scambio oppure accompagnò un gruppo umano, in un percorso tortuoso di 730 chilometri circa, dalla penisola italiana all’Austria? Pare assodato il fatto che, poichè il calcare, pur particolare, non è prezioso, non sia stata la pietra ad essere “esportata” quanto il manufatto da essa ricavata.
Illuminante è lo studio, pubblicato in queste ore, intitolato La microstruttura e l’origine della Venere di Willendorf. La ricerca è firmata da Gerhard W. Weber, Alexander Lukeneder, Mathias Harzhauser, Philipp Mitteroecker, Lisa Wurm, Lisa-Maria Hollaus, Sarah Kainz,Fabiano Hack,Walpurga Antl-Weiser & Anton Kern. Il saggio figura negli Scientific Reports di Nature.
Di fatto gli studiosi hanno analizzato la struttura della roccia – comprese le intrusioni e la presenza di cavità emisferiche che caratterizzano la pietra originaria, che sono state dirimenti – della Venere, mettendola in relazione con rocce analoghe che si trovano sul territorio europeo, entro un diametro di 2500 chilometri in linea d’aria – che sono molti di più sulle strade – dalla località austriaca in cui l’antichissima scultura venne trovata. La statuetta riporta al calcare Oolitico di Loppio, che si trova tra Garda e Trento ed è distribuito su una superficie di circa 3500 chilometri quadrati.
La Venere o donna di Willendorf, è una statuetta di 11 cm d’altezza, scolpita in pietra calcarea e dipinta in ocra rossa. Fu realizzata circa 30.000 anni fa. Già si sapeva che la pietra non era originaria della zona di rinvenimento della scultura, Gli studiosi sono così andati alla ricerca, in Europa, di depositi di oolite che mostrassero forti analogie con quelli della mitica scultura paleolitica, appartenenti al genere delle cosiddette Veneri paleolitiche. La statuetta – oggi esposta al Naturhistorisches Museum di Vienna – fu rinvenuta nel 1908 dall’archeologo Josef Szombathy, in un sito archeologico risalente al paleolitico, presso Willendorf in der Wachau, in Austria.
“L’origine e i dettagli chiave della realizzazione della Venere di Willendorf di circa 30.000 anni sono rimasti segreti sin dalla sua scoperta per più di cento anni. – dicono gli autori del nuovo studio – Sulla base di nuove scansioni di tomografia microcomputerizzata con una risoluzione di 11,5 µm, le nostre analisi possono spiegare l’origine, la scelta del materiale e le particolari caratteristiche della superficie. Ha permesso l’identificazione delle proprietà della struttura interna e un’assegnazione cronologica dell’oolite di Venere al Mesozoico. Campionando numerosi casi di oolite che vanno da ~ 2500 km dalla Francia all’Ucraina, abbiamo trovato una corrispondenza sorprendentemente stretta per la distribuzione della dimensione dei grani vicino al Lago di Garda nelle Alpi meridionali (Italia). Ciò potrebbe indicare una notevole mobilità del popolo gravettiano e il trasporto a lungo termine di manufatti da sud a nord da parte di moderni gruppi umani prima dell’ultimo massimo glaciale”.
In particolare la oolite presenterebbe strettissime analogie con le rocce trovate ad Ala, un Comune trentino che si trova, seguendo le attuali strade – a poco meno di 30 chilometri da Riva del Garda.
Fonte: www.stilearte.it, 2 mar 2022