Dario Flaccovio Editore, Palermo 2003; euro 18.00
“Seduta presso l’antica porta, nella parte nord della città, ho provato ad immaginare la vita che si svolgeva a Mozia … Moltissimi oggetti di ogni giorno erano ancora sepolti sotto i miei piedi, ma la terra che era stata scavata aveva gradualmente svelato i suoi segreti, rivelando la storia di una città antica e di una civiltà perduta …”
Una città florida che un tempo contava quindicimila abitanti, Mozia – dall’altra parte del Mediterraneo rispetto a Cartagine – fu distrutta dai Greci nel 397 a.C. dopo un lungo assedio. I suoi abitanti furono massacrati ed i suoi edifici abbattuti e condannati al degrado. Nel XIX secolo io ruderi di quelle costruzioni rimasero sepolti sotto la sabbia fino a quando l’archeologo ed appassionato inglese Joseph Whitaker non comprò l’isola ed iniziò a scavare. Il risultato fu un flusso ininterrotto di scoperte – edifici, vasellame e statue – e questa piccola isola è, adesso, la nostra maggior fonte di conoscenza dei Fenici.
Il libro è la storia di quella scoperta, è un’opera al confine tra il saggio archeologico ed il diario di un amore per Mozia, un’isoletta di origine punica sconosciuta ai più, che si trova di fronte alla costa del Trapanese.
L’autrice svela i segreti di Mozia, disabitata per secoli ma ricca di tesori, tramite i reperti archeologici, la documentazione storica e la testimonianza di personaggi quali Joseph Whitaker e Vincenzo Tusa, che della sua salvaguardia hanno fatto una ragione di vita.
Il libro intende promuovere la riscoperta di un sito attraente ed interessante come pochi.
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Autore: Redazione
Cronologia: Arch. della Magna Grecia