Il ritrovamento alla grotta di Fumane durante gli scavi diretti da Marco Peresani dell’ateneo estense.
Alla grotta di Fumane, in provincia di Verona, gli scavi archeologici diretti dal professor Marco Peresani dell’Università di Ferrara hanno portato alla luce un altro dente umano del periodo neandertaliano, apparentemente un premolare, che apparteneva a un bambino di 50 mila anni fa dell’età di circa cinque anni, probabilmente allo stesso individuo di cui lo scorso anno venne ritrovato un incisivo. Si tratta di detni decidui, cioé di denti da latte che cadono con l’avanzare dell’età per essere sostituiti con quelli ‘definitivi’.
Un ritrovamento importante per le ricerche condotte nel campo, tanto che il reperto verrà preso in esame dal primo Progetto internazionale dello studio neonatale, con studi ai raggi X che verranno effettuati dagli antropologi delle università di Roma e di Reims in Francia per capire le caratteristiche dei bambini dell’epoca nei primi anni di vita.
Gli stessi scavi hanno riportato alla luce anche un’arma da caccia, nella fattispecie una punta di 4 centimetri circa che risulta scheggiata all’estremità dopo l’impatto con l’osso di un animale. Anche questo rinvenimento è di particolare importanza, dato che fino a questo momento nessuno sapeva in che modo e con quali armi i neandertaliani cacciassero gli animali di grossa taglia.
Il professor Marco Peresani andrà in Germania a presentare queste nuove scoperte, ma gli scavi nella grotta di Fumane sono oggetto di attenzioni da parte della comunità scientifica internazionale e delle riviste di settore specializzate, che stanno preparando articoli e dossier che daranno ancora più visibilità a una campagna di scavo che necessità di ulteriori finanziamenti e che riprenderà il prossimo anno.
Alla grotta di Fumane, in provincia di Verona, gli scavi archeologici diretti dal professor Marco Peresani dell’Università di Ferrara hanno portato alla luce un altro dente umano del periodo neandertaliano, apparentemente un premolare, che apparteneva a un bambino di 50 mila anni fa dell’età di circa cinque anni, probabilmente allo stesso individuo di cui lo scorso anno venne ritrovato un incisivo. Si tratta di detni decidui, cioé di denti da latte che cadono con l’avanzare dell’età per essere sostituiti con quelli ‘definitivi’.
Un ritrovamento importante per le ricerche condotte nel campo, tanto che il reperto verrà preso in esame dal primo Progetto internazionale dello studio neonatale, con studi ai raggi X che verranno effettuati dagli antropologi delle università di Roma e di Reims in Francia per capire le caratteristiche dei bambini dell’epoca nei primi anni di vita.
Gli stessi scavi hanno riportato alla luce anche un’arma da caccia, nella fattispecie una punta di 4 centimetri circa che risulta scheggiata all’estremità dopo l’impatto con l’osso di un animale. Anche questo rinvenimento è di particolare importanza, dato che fino a questo momento nessuno sapeva in che modo e con quali armi i neandertaliani cacciassero gli animali di grossa taglia.
Il professor Marco Peresani andrà in Germania a presentare queste nuove scoperte, ma gli scavi nella grotta di Fumane sono oggetto di attenzioni da parte della comunità scientifica internazionale e delle riviste di settore specializzate, che stanno preparando articoli e dossier che daranno ancora più visibilità a una campagna di scavo che necessità di ulteriori finanziamenti e che riprenderà il prossimo anno.
Fonte: www.estense.com, 03-09-2011