Una villa romana ampia, dotata di terme private – nelle quale è stata trovata anche una brocca -, di un’ampia cantina per la conservazione del vino e di laboratori artigianali. Tutto questo è stato trovato durante gli scavi archeologici preventivi a Aybrines di Thuir, un comune francese di 7.435 abitanti situato a Sud, nel dipartimento dei Pirenei Orientali nella regione dell’Occitania.
Le ultime indagini hanno permesso di recuperare i resti delle terme dell’edificio. La notizia è stata data dall’Inrap, Istituto nazionale francese per le ricerche archeologiche preventivi. Le terme appartenevano a una vasta villa, completata funzionalmente da edifici secondari dedicati alla produzione agricola. La villa fu abitata dai primi decenni del I secolo d.C. all’ultimo terzo del IV secolo.
Da nord a sud sono stati individuati resti di costruzioni romane per una lunghezza di 170 m e per un minimo di 90 m in direzione est-ovest. Questi dati, secondo gli archeologi francesi, consentono di stimare la superficie della villa e delle edifici di pertinenza in un minimo di 1,5 ettari. Per avere idea delle dimensioni e sapendo che un campo di calcio misura cioè 0.7 ettari, si può dire che gli edifici si sviluppavano su un’area equivalente a quella di due campi di calcio.
“L’insieme conservato dell’edificio delle terme – testimoniano gli archeologi dell’Inrap – misura 12 m di lunghezza per 4 m di larghezza ed è composto da tre ambienti: il praefurnium (stanza di riscaldamento), il calidarium (stanza calda con vasca denominata solium) e il tepidarium (stanza calda). Lo studio di questi resti mette in luce diverse fasi di riparazione e riqualificazione”. L’area circostante all’impianto potrebbe essere oggetto di altre indagini volte a stabilire se esistessero altri vani collegati all’area dei servizi.
Emozionante è stato il ritrovamento di una brocca, rimasta nel bagno anche dopo lo smantellamento della struttura per il riutilizzo edilizio del materiale di costruzione. Le terme erano dotate di un riscaldamento a pavimento. Il pavimento stesso era sorretto da pilastrini – le suspensurae – sulle quali erano collocate lastre di pietra. Un focolare, collocato a ridosso della struttura portava i fumi caldi sotto il pavimento, riscaldando gli ambienti.
A nord della villa sono state scoperte, in scavi precedenti, diverse strutture produttive e di stoccaggio. Gli archeologi hanno portato alla luce una cantina risalente al I secolo. La cantina aveva un’estensione di oltre duecento metri quadrati ed era in grado di ospitare tra i settanta e gli ottanta dolia – i contenitori panciuti, utilizzati per lo stoccaggio -. L’ampio magazzino poteva contenere contenere dai cinque ai seimila litri di vino.
A una sessantina di metri a sud di questo edificio sono stati portati alla luce i resti di un torchio, forni per la calce e il laboratorio di vasaio.
Fonte: www.stilearte.it, 7 febbraio 2022