A Estrées-Saint-Denis, nell’Oise, in Francia un complesso santuario gallo romano è al centro di studi e di scavi. L’area del sito archeologico è denominata “Moulin Brûlé”. Posizionato sulla cima di un’altura naturale, 87 metri sopra il livello del mare, questo luogo ha rivelato tre monumenti principali, ciascuno testimone di diverse fasi storiche che vanno dalla Seconda Età del Ferro al Tardo Impero romano. Le indagini condotte dall’Inrap hanno illuminato la complessa storia di questo antico centro, svelando dettagli su un recinto consacrato, un tempio e un edificio per spettacoli. L’Inrap stesso ne ha dato notizia in queste ore, dopo un accurato studio dei materiali e dei resti.
Siamo davvero al cospetto di uno spazio protetto e sacrale, collocato su un rilievo del terreno, in cui avvenivano liturgie religiose e che offriva ai fedeli spazi per la preghiera. Un santuario attivo e ricco di iniziative come dimostra la presenza di un teatro. Parti di depositi rituali di origine militare portano testimonianza del fatto che luogo era frequentato anche da soldati.
“Una buca di posta lungo il muro sud del tempio iniziale ha rivelato un lotto di 13 monete galliche. – spiegano gli archeologi dell’Inrap – Appartengono tutte ad una facies regionale, in un range cronologico -60 / +50 (100), ad eccezione di due monete forse più antiche, la cui prima data di emissione risale al 150 a.C. Un piccolo oggetto indeterminato completa questo lotto monetario. Realizzato in lega di rame, assume la forma di un nocciolo di oliva. Un secondo oggetto della stessa costruzione è stato rinvenuto in una buca di posta adiacente, mentre un terzo, proveniente dal bottino del tempio, proviene sicuramente dall’una o dall’altra di queste strutture. Si tratta di tre pezzi di forma e dimensioni quasi simili (31×9 mm; circa 8,80 g). Può essere paragonato ad un oggetto identico proveniente dal santuario di Fesques (Seine-Maritime)”.
“Qualunque sia il periodo considerato, i reperti archeologici rinvenuti, soprattutto metallici, sono piuttosto caratteristici dei contesti santuariali. – spiegano gli archeologi dell’Inrap – Comprendono monete, ornamenti (fibule, perle potin), due ruote, anelli, pezzi di armamento (tre rivetti umbone, un grande rivetto a scudo) ed elementi di finimenti e finimenti (morsi, chiodo smaltato, anello guida). All’altezza della torre del portico, all’ingresso del recinto, è stato rinvenuto un singolare oggetto recante l’effigie di Giano, il dio bifronte ma anche degli inizi, dei passaggi e delle porte. Trovato anche un cursore dell’equilibrio, un oggetto militare, deviato dalla sua funzione primaria e bruciato. Infine, molti di questi manufatti furono oggetto di mutilazione intenzionale”.
E ci sono poi questi oggetti metallici simili a noccioli d’oliva o ai piombi che biconici che si usano – oggi – per la pesca sportiva. Cos’erano quegli oggetti? Si può supporre che simulassero i micidiali proiettili lanciati dai frombolieri?
La parte meridionale del sito rivela i resti di un recinto quadrangolare molto antico, il cui angolo sud-est è stato accuratamente esplorato. Questo recinto, risalente alla Seconda Età del Ferro (circa 360-210 a.C.), suggerisce uno spazio circondato da buche e fosse, con tracce di una palizzata ad est. La presenza di un ampio ingresso, delimitato da quattro buche per pali, indica una funzione significativa. Successive trasformazioni vedono il recinto evolversi in una struttura piena di fossati, con un portico d’ingresso più elaborato e spazi semi-interrati. Questa fase, datata tra il 50 a.C. e il 30 d.C., rivela un edificio circolare, forse di culto, con una pianta di circa 12,50 metri quadrati. Il complesso del santuario diviene più forte ed imponente.
La seconda metà del I secolo segna, infatti, un cambiamento monumentale, con il recinto che viene trasformato, con opere in muratura. Gallerie porticate emergono, seguendo in parte il percorso del recinto originale, e una “torre porticato” sostituisce il portico in legno. Questo complesso, esteso su circa 2116 metri quadrati, potrebbe essere stato occupato per tutto il II secolo, abbandonato alla fine dello stesso secolo o nella prima metà del III secolo. Reperti archeologici, in particolare manufatti metallici ed un oggetto raffigurante Giano, il dio bifronte, forniscono un affascinante affaccio sulla vita e sulle pratiche religiose del luogo.
La porzione settentrionale del sito rivela i resti di un tempio, caratterizzato da due fasi costruttive successive. Il primo tempio, in legno, occupa un’area sacra racchiusa da una palizzata. Con una pianta absidata, questo edificio del 50-30 a.C. potrebbe aver ospitato un focolare o un altare. Una buca di posta lungo il muro sud ha rivelato un tesoro di monete galliche, offrendo un’interessante finestra sulle attività economiche della zona. La trasformazione successiva vede il tempio evolvere in una struttura in muratura, con una cella di circa 17 metri quadrati. Un pozzo, forse sormontato da un’edicola circolare, e la presenza di elementi mobili suggeriscono un abbandono alla fine del II secolo o all’inizio del III secolo.
L’edificio degli spettacoli, uno dei soli otto teatri antichi nell’Oise, sorge sul punto più alto del sito. Due fasi costruttive si delineano: un’originaria costruzione in legno, datata tra il 50 a.C. e il 27 a.C., seguita da una versione più monumentale in muratura. La facciata diametrale del teatro, lunga 68 metri, comprende un muro scenico decorato con cornici modanate e elementi statuari. Il palco rettangolare, noto come pulpitum, occupa una superficie di circa 60 metri quadrati. L’emiciclo della cavea, sebbene non ancora completamente compreso nelle sue dimensioni, suggerisce una capacità di 3000-4000 posti. Il teatro sembra essere stato occupato fino alla fine del II secolo, abbandonato nella prima metà del III secolo.
Fonte: www.stilearte.it, 14 nov 2023