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Francesca Wanda Zazzetta. “L’Ipogeo delle Ghirlande”.

ipogeo

Francesca Wanda Zazzetta. “L’Ipogeo delle Ghirlande” a Grottaferrata. Un esempio di sepoltura di età romana imperiale (AR, 40) – con prefazione di Giuseppina Ghini.
Si esamina nelle sue potenzialità storiche, topografiche e archeologiche l’importante ipogeo detto «delle Ghirlande» databile al I sec. d.C. e riconducibile ad una famiglia dell’«élite» romana che viveva nei pressi di Tusculum.
Ritrovato nel 2000 nel territorio di Grottaferrata, l’ipogeo risulta inserito nel complesso sistema viario che afferiva all’antico confine tra l’ager tusculanus e l’ager romanus.
La struttura sotterranea si compone di una ripida scalinata d’accesso (dromos), di un piccolo vestibolo a pianta rettangolare e della cella sepolcrale, ancora intatta al momento del rinvenimento, sigillata da un grosso blocco di peperino, recante su tre lati le grappe di ferro originali, con due sarcofagi all’interno.
Estremamente povero di arredi e decorazioni, in realtà il ritrovamento offre fondamentali informazioni sulle pratiche di inumazione del I sec. d.C., testimonianze epigrafiche e tracce organiche che hanno permesso di ricostruire i legami familiari, e financo sentimentali, tra i due defunti deposti: il giovane Carvilio e la madre, la nobile Aebutia Quarta, che portava un anello con l’ombra del volto del figlio, i cui corpi sono oggi conservati presso il laboratorio di antropologia a Tivoli, purtroppo divisi dal resto del corredo funebre: lo splendido anello di Carvilio, i sarcofagi e la parrucca.
Il nome dell’ipogeo, con riferimento alle ghirlande, è stato scelto come segno privilegiato per la decodifica del sistema di simboli espresso all’interno del sepolcro, alludendo sia alle decorazioni dei sarcofagi che ai resti vegetali ritrovati sui corpi dei defunti.
Una sepoltura eccezionale per le sue peculiarità di cui lo studio tenta una ricostruzione completa.
Capitolo I, introduce il rito funerario romano, dove ho tracciato i cinque momenti di questo, (rito ed esposizione del defunto, cerimonia, funerale, lutto, deposizione);
Capitolo II, parlo dell’evoluzione dei monumenti funerari tra il I sec a.c. al II sec a.c. soffermandomi sulla loro architettura e tipologie tombali (colombari, catacombe e sarcofagi);
Capitolo III, storia dell’ipogeo, collocazione geografica, storia e archeologia del territorio, lo studio delle tre epigrafi, che raccontano la storia dei componenti della famiglia delle strade romane;
Capitolo IV, la storia della scoperta dell’ipogeo e architettura del monumento, approfondimento dell’analisi dei sarcofagi e iscrizioni di Aebutia e Carvilio;
Capitolo V, analisi dei corpi di Aebutia e Carvilio, analisi della parrucca di Aerbutia, della parrucca ritrovata su di lei; analisi dell’incinerato; conservazione e musealizzazione dei due sarcofagi.

Francesca Wanda Zazzetta è nata a Milano il 17 maggio nel 1984 con origini salentine da parte di madre, si è diplomata presso l’accademia d’arte di Brera ed ha preso la laurea in Beni Culturali all’università degli studi di Milano, che le ha permesso di scoprire la ricchezza del patrimonio artistico italiano e di partecipare a due scavi archeologici a Tarquinia e Populonia. Un patrimonio che ha ammirato anche durante l’attività di volontariato con l’associazione Touring Club, grazie alla quale è riuscita ad approfondire aspetti dell’arte, dell’archeologia e della storia.

Video della scoperta: https://www.youtube.com/watch?v=sVUuIvZ5BxM&feature=youtu.be

Info:
Arbor Sapientiae Editore
Anno Edizione:2020 – ISBN:978-88-31341-21-9
Prezzo: € 30.00, bross. edit., 106 pp., ill.ni

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