Potrebbero essere i resti del tempio di Iside quelli ritrovati durante gli scavi all’interno del tribunale di Firenze. Reperti risalenti al II secolo d.C. Si tratta di una colonna tortile, un trapezoforo (un sostegno di tavolo) un incisione e centinaia di frammenti dei quali molti policromi.
L’area era stata aperta per realizzare una cisterna di acqua per l’impianto antincendio. Da quest’area, grande cinque metri per tre e profonda neanche quattro metri, sono emersi i reperti risalenti al II secolo d.C. e appartenenti al tempio citato nella storia di Firenze di Davidson. Secondo gli studiosi, infatti, il tempio di Iside era stato realizzato poco fuori dalla porta romana della città, vicino all’attuale tribunale.
«I reperti sono di straordinaria importanza», ha commentato Alessandro Palchetti, archeologo dello studio di Ares che ha seguito gli scavi. «Sono confrontabili con altri reperti trovati dal ’700 a oggi in altri scavi sempre nella zona e attribuiti al tempio di Iside, del quale non si conosce la collocazione precisa».
I reperti trovati non permettono di poter individuare la posizione precisa del tempio. Gli archeologi pensano che nel luogo degli scavi ci fosse un magazzino di stoccaggio di frammenti inutilizzati, che si trovava poco distante dal tempio vero e proprio. L’iscrizione, dove si riconoscono una “a” e una “e” «è totalmente confrontabile con il frammento di iscrizione dedicatoria del tempio a Iside già conservato nel museo archeologico fiorentino».
La colonna ritrovata, doveva essere più alta di tre metri risulta essere di un edificio pubblico, molto probabilmente del tempio che secondo gli archeologi misurava circa dieci metri a lato. Il frammento di trapezoforo sosteneva un tavolino, forse utilizzato per riti sacri.
Scoperta che conferma «l’influenza orientale sulla cultura romana – ha commentato l’assessore comunale alla cultura Eugenio Giani – e ci testimonia la ricchezza del sottosuolo di questo edificio, nel quale potremmo ospitare un museo civico quando il tribunale sarà trasferito nel quartiere di Novoli. La colonna sarà conservata nel museo Firenze com’era».
«Entro due anni i turisti potranno passare dal cortile della Dogana di Palazzo Vecchio e arrivare sopra l’antico palcoscenico del teatro romano» ad annunciare i lavori è sempre Giani. L’assessore ha presentato gli ultimi scavi sottostanti a Palazzo Vecchio: la burella centrale che permetteva agli ospiti del teatro di passare dalla parte superiore a quella inferiore. I lavori sono curati dalla cooperativa Nuova Archeologia e hanno già portato alla luce i resti murari della cavea del teatro, con tanto di costruzioni delle gradinate destinate agli spettatori e ad una parte dell’orchestra.
«Continueremo a lavorare su questo corridoio centrale – ha detto Giani – che ci permetterà un collegamento diretto con il cortile della Dogana di Palazzo Vecchio: in quella che attualmente è una stanza utilizzata dall’economato, alta sette metri, realizzeremo una stanza degli arazzi con la discesa al teatro romano. Ci vorranno due anni per aprirne la visione al pubblico».
Fonte: Corriere Fiorentino 28/05/2009
Autore: Claudia Banchelli
Cronologia: Arch. Romana