Inaspettata e importante “scoperta” di carattere archeologico agli Uffizi.
Tra gli accadimenti che caratterizzano la storia delle grandi collezioni museali, come quella della Galleria, non è raro registrare casi di “ricomposizioni” di opere smembratisi nel corso del tempo per vicende casuali o incongrue scelte museali. È questo, ad esempio, il caso del coperchio marmoreo di una preziosa urna funeraria romana della fine del I secolo d.C., interamente avvolto, al pari del resto del vaso, da un fregio popolato da piccoli animali (lucertole, farfalle, uccellini).
Per secoli l’urna, sistemata nel Ricetto delle Iscrizioni (l’attuale Sala 38 dove, peraltro, ancora oggi si trova), era coronata dal suo coperchio, accuratamente riprodotto anche nell’atlante di Galleria coordinato alla metà del XVIII secolo dall’abate De Greyss. Tuttavia, nel corso dell’Ottocento la copertura dell’urna dovette essere giudicata un falso moderno e, di conseguenza, rimossa.
Del coperchio si finì addirittura per perdere le tracce fino a pochi giorni fa, quando, in un marmo rinvenuto nei depositi ma reso irriconoscibile dal tempo, inaspettatamente si è identificato il coperchio mancante.
Emanuela Peiretti, restauratrice di grande esperienza specializzata nel recupero di antichi materiali lapidei, si è subito offerta di restaurare gratuitamente il marmo ritrovato che, già dopo i primi lavori di pulitura, si è dimostrato antico e pertinente al corpo del vaso, dal quale era stato frettolosamente separato oltre un secolo fa. Il coperchio, restituito alla sua piena leggibilità grazie al generoso intervento della restauratrice, tornerà sin dai prossimi giorni a coprire l’urna per la quale era nato, restituendo così all’opera la completezza che era oggetto di ammirazione sin dal Settecento.
Fonte:
Galleria degli Uffizi, 8 gen 2015