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FIRENZE. Riaprono al pubblico gli scavi archeologici di Palazzo Medici Riccardi.

2000 anni di storia di Firenze riportati alla luce. Grazie a una straordinaria campagna di scavi, il Museo di Palazzo Medici Riccardi cresce e mostra ai visitatori un importante patrimonio storico e archeologico.
Ceduto nel 1814 al granduca Lorena, l’immobile venne utilizzato come sede di uffici amministrativi. Tra il 1865 e il 1871, gli anni della Firenze Capitale d’Italia, fu sede del Ministero degli Interni; nel 1874 venne acquistato dalla Provincia di Firenze per 500.000 lire e ospitò, oltre agli uffici provinciali, il quartiere del Prefetto, la Questura e l’Ufficio Telegrafico.
Arrivando al Novecento, al termine della Seconda Guerra Mondiale: dopo l’11 agosto del 1944 nel palazzo s’insediò il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale. Dalle macerie utilizzate come “vespaio” (un vano isolante per realizzare un pavimento) provengono frammenti relativi a targhe lapidee del Ventennio, e i frammenti di un busto di marmo di Vittorio Emanuele III, il cui restauro è in corso. La campagna di scavi è stata resa possibile grazie all’impegno dell’amministrazione metropolitana e grazie al cofinanziamento del bando “Investire in cultura” indetto nel 2012 dalla Regione Toscana.
Le operazioni di scavo promosse dalla Città Metropolitana di Firenze, iniziate nel 2012 ed eseguite sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, hanno permesso il recupero e la musealizzazione degli ambienti interrati del cortile di Michelozzo: un tassello fondamentale nel piano di valorizzazione culturale che sta portando a un consistente incremento di visitatori e ad un rinnovato interesse, grazie anche alla collaborazione con Mus.e al quale è affidato lo sviluppo del Palazzo grazie ad attività culturali, servizi dedicati e progetti speciali.
Il percorso archeologico è stato inaugurato oggi con i rappresentanti istituzionali e i responsabili di Palazzo Medici Riccardi Le indagini archeologiche hanno reso possibile determinare il concatenamento cronologico di sette stagioni storiche, in grado di ricostruire 2000 anni di avvenimenti: da prima della fondazione della Florentia romana, fino all’età contemporanea.
Ogni epoca storica ha restituito porzioni di strutture murarie, pavimenti, conglomerati di fondazione, pozzi, scolmatori, scale, cisterne, nonché numerosi reperti di cui un’ampia selezione è esposta, suddivisa per temi e cronologia, lungo l’itinerario di visita. Tra i vari ritrovamenti primeggia per importanza una porzione dell’alveo del torrente Mugnone, dell’ampiezza di circa 8 metri, riconducibile al segmento dell’antico percorso del torrente che in età romana viene abbandonato e spostato a valle della colonia. Lo scavo dei riporti di terreno all’interno dell’alveo fluviale ha restituito interessanti reperti archeologici di epoca romana, quali il vasellame da cucina e mensa, anfore per il trasporto dei prodotti alimentari, oggetti di vetro, strumenti di bronzo per impiego chirurgico e cosmetico, lucerne per illuminazione.
E’ stata inoltre evidenziata una imponente struttura muraria utilizzata come base di appoggio delle fondazioni del palazzo. Come attestato da Giovanni Cavalcanti, che nel suo Trattato Politico Morale a metà del 1400 riporta, in qualità di testimone oculare “Et di poi, quando si fondò il palazzo bello di Cosimo, nel cupo de’ suoi fondamenti vi si trovò grossissime mura.”
Del palazzo dei Medici (1445-1659), interamente fondato su imponenti conglomerati realizzati in trincee profonde 6 metri rispetto all’attuale piano stradale di via Cavour, sono da evidenziare due pozzi da acqua realizzati con paramenti a lastre di pietra disposte in verticale e ammorsate tra loro con linguette e incavi alternati. E ancora, l’indagine di un vano ha permesso di individuare sei livelli pavimentali, tra cui il terzo livello è da riferire alla stalla “magnifica”, così definita in onore di Lorenzo de’ Medici, che in questo palazzo visse.
I Riccardi, nuovi proprietari del complesso architettonico dal 1659, si fecero promotori di numerosi interventi di ristrutturazione e ampliamento che si protrassero per sessant’anni, e per i quali impegnarono ben 120.000 scudi, una somma tre volte superiore il prezzo d’acquisto dell’immobile. Nei vani interrati, ora percorso di visita, fu realizzata la nuova rampa d’accesso alle cantine, più ampia e lineare rispetto alla preesistente rampa medicea, opera che comportò un generale riassetto dei vani cantine.

Fonte: www.qaeditoria.it, 18 apr 2019

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