L’eruzione vulcanica preistorica del 1626 a.C. segnò la fine definitiva della civiltà minoica sull’isola greca di Santorini, in quell’epoca chiamata probabilmente Callisti.
L’archeologia ha portato alla luce il sito di Akrotiri, oggi chiamata “la Pompei dell’Egeo”, fonte di ispirazione per l’autrice del romanzo, che ha fedelmente ripreso le scoperte degli scavi. Molti studiosi hanno avanzato l’ipotesi che l’isola di Santorini fosse la mitica Atlantide, ma Fernanda Facciolli propone un’altra suggestiva interpretazione del mito.
Il romanzo segue le vicissitudini di una bambina, Galatea, dalla nascita fino ai dieci anni, quando, insieme alla sua famiglia, sarà costretta ad abbandonare l’isola per sfuggire alla catastrofe. Galatea cresce circondata dalla bellezza di Santorini e dalla saggezza delle donne che guidano la vita civile sull’isola, imparando i valori della pittura religiosa, della creatività e del rispetto della natura. Lei stessa contribuisce nel suo piccolo a preservare la forza e la cultura di una società ora perduta.
Il Romanzo di Galatea offre uno sguardo sulla vita della civiltà egea pre-micenea, mettendo in luce la sua arte, la sua spiritualità nella serenità della “pax minoica”. Ci fa riflettere sulla fragilità dell’esistenza umana e sull’importanza di preservare le nostre radici e la nostra storia per il bene delle generazioni future.
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