Ferentino, ai molti tra le migliaia che ogni giorno percorrono l’autostrada tra Roma e Napoli, suona magari come il nome di uno svincolo, dominato da un alto edificio industriale nel quale si produce il detersivo Dixan.
E invece la città storica di Ferentino, con l’acropoli e tutta l’area entro le mura, è un gioiello assoluto e scintillante tra gli altri (Alatri, Veroli, Anagni, Atina…) di questo territorio dell’Italia centrale. Ferentino è il luogo quintessenziale della stratificazione di epoche e patrimoni che costituiscono l’identità inevitabile del nostro paese. Un livello preromano, riferito alle popolazioni Erniche che qui formarono la loro Lega prima che i romani occupassero tutto; poi un livello romano; infine un livello medievale.
Basta scattare una foto alle mura per individuare le epoche come in una stratigrafia geologica: però tutto è fatto dall’uomo. Non mancano poi esempi delle epoche successive, del barocco, del Settecento. Visitando il borgo, la magnificenza dei macigni ciclopici delle mura è sbalorditiva così come lo è la fattura delle tante chiese: Santa Lucia, il Duomo, San Francesco e la spiazzante Santa Maria Maggiore col suo stile gotico cistercense.
In queste settimane di primavera 2021 Ferentino grazie all’impegno del Comune, della Soprintendenza di Frosinone e Latina e al contributo dell’associazione Archeoclub si pone come città della rinascenza post pandemia. Qui inizierà a brevissimo uno dei progetti archeologici più affascinanti d’Italia, tra i 10 selezionati a fine 2020 dal Ministero della Cultura per destinare finanziamenti. Si riqualificherà infatti finalmente l’antico teatro romano risalente al primo o al secondo secolo avanti Cristo. Il monumento, a lungo sconosciuto, sarà gradualmente riportato a com’era due millenni fa e l’intervento si estenderà anche in parte sull’area urbana circostante.
C’è un finanziamento di un milione e mezzo di euro da parte dello Stato, più una quota aggiuntiva direttamente dal Comune di Ferentino. Questo permetterà ai lavori di iniziare già nella prima metà di giugno. I primi interventi consisteranno nella demolizione delle casette costruite nel tempo laddove c’era l’orchestra e la scena che verranno riportate alla luce.
Gli scavi del teatro romano di Ferentino ancora sono lungi dall’essere terminati e avranno appunto un loro passaggio decisivo nei prossimi 24 mesi (tanto durerà questa campagna), ma ciononostante coprono una storia di cent’anni.
Negli anni Venti del novecento infatti per puro caso (all’inizio scambiandolo per un complesso termale) venne scoperto il teatro che fino ad allora era sommerso sotto terrapieni allestiti a frutteti e a orti. Gli ultimi interventi risalgono ad una decina di anni fa. Ma ora l’obbiettivo è ben più ambizioso: non solo scavare, non solo tutelare, non solo studiare, ma anche rifunzionalizzare questo grande teatro che duemila anni fa contava 3mila posti a sedere.
“Sarà demolito un intero isolato” spiega il progettista Paolo Culla incaricato dalla Soprintendenza di Frosinone e Latina “ma ogni ipotesi e rendering che già possiamo mostrare non tiene conto della variabile dello scavo stesso. Insomma, in base a quello che troveremo il progetto potrà cambiare. Intanto è certo che ripristineremo la cavea nella parte bassa – nove gradinate – con dei materiali da decidere e poi nella parte alta ci sarà una sistemazione a verde con interventi di ingegneria naturalistica ovvero sempre gradinate ma con finitura a erba. Per quanto riguarda la scena, per ora è prevista una finitura ‘a rudere’ ma è probabile che si dovrà pensare a soluzioni che permettano un reale utilizzo a teatro da parte della cittadinanza”.
“Ormai è quasi un ventennio” ha spiegato il sindaco di Ferentino Antonio Pompeo “che cerchiamo di dare avvio a questo grande progetto. È un orgoglio essere stati selezionati dal Ministero assieme a scavi tutti collocati in grandi centri: bello che nel gruppo ci sia anche una cittadina da 20mila abitanti come Ferentino. E ora il 7 giugno si parte con le demolizioni e gli scavi”.
Un ruolo in questo risultato l’ha avuto – e non è da trascurare – Archeoclub d’Italia, associazione che con questa e altre inizitive nel 2021 festeggia il suo cinquantenario all’insegna del rilancio. “Noi ci poniamo come realtà associativa che facilita le sinergie tra enti, questo progetto non sarebbe potuto partire senza una alleanza tra Comune e Soprintendenza ad esempio. E poi ”aggiunge il presidente di Archeclub Rosario Santanastasio “mi farebbe piacere iniziare a pensare al dopo. A come restituire alla città questo luogo, a renderlo attrattore per un nuovo turismo culturale”.
Insomma, una volta scoperto, scavato e musealizzato, il teatro vivrà come edificio pubblico della città? “Se ne dovrà occupare il Comune a livello di contenuti, ma per la Soprintendenza la risposta è sì. Sarebbe assurdo tirar fuori tutto e poi lasciarlo senza eventi, senza festival e senza spettatori” dice la funzionaria Chiara Delpino che da vicino segue il progetto.
Previsioni per la prima rappresentazione qui? Nel corso del 2024: non lo dicono, ma lo sperano tutti.
Autore: Massimiliano Tonelli
Fonte: www.artribune.com, 31 mag 2021