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EUROPA. Svelato il passato genetico: nuove scoperte sulle migrazioni dall’età del ferro all’età vichinga.

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La genetica, una disciplina che solo recentemente ha acquisito una visibilità straordinaria nel campo delle scienze umane, ha offerto negli ultimi decenni un’importante finestra sulla nostra storia evolutiva. Con l’analisi dei genomi antichi, gli scienziati sono riusciti a tracciare i percorsi migratori e le interazioni tra gruppi umani che hanno avuto luogo nel corso dei millenni.
Le tracce di questi movimenti, custodite nei nostri geni, possono raccontare storie di migrazioni, di fusioni culturali e di contaminazioni genetiche che hanno avuto un impatto profondo sulla struttura delle popolazioni moderne. Un recente studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, ha fatto un importante passo avanti nella ricostruzione della storia genetica dell’Europa settentrionale e centrale, offrendo nuove prospettive sulla mobilità umana dall’età del ferro fino all’età vichinga. Questo studio non solo ha rivelato dettagli precedentemente sconosciuti, ma ha anche presentato un nuovo metodo che promette di cambiare il modo in cui comprendiamo la storia genetica delle popolazioni.
Le complesse interazioni tra le popolazioni nel corso dei millenni, così come le somiglianze genetiche tra gruppi di origine diversa, hanno reso difficile tracciare con precisione le origini di molte popolazioni, in particolare quelle dell’Europa settentrionale e centrale. Queste aree, infatti, sono state teatro di numerosi movimenti migratori, conflitti, e alleanze, rendendo arduo stabilire una storia chiara e lineare della loro composizione genetica.
A partire dall’età del ferro, intorno al 500 a.C., e fino al periodo vichingo (750-1050 d.C.), molte popolazioni sono state soggette a flussi migratori da e verso l’Europa meridionale, il che ha complicato ulteriormente la possibilità di comprendere come le diverse popolazioni si siano formate nel tempo.
In questo scenario, l’uso della genetica come strumento per tracciare la storia delle popolazioni è estremamente potente, ma altrettanto impegnativo. Le difficoltà principali risiedono nel fatto che le somiglianze tra le linee ancestrali di diversi gruppi umani possono essere tanto marcate da rendere difficoltoso distinguerle utilizzando i metodi tradizionali di analisi genetica. Questo è il motivo per cui molti degli eventi che hanno avuto luogo tra la fine dell’età del ferro e l’inizio dell’età vichinga restavano avvolti nel mistero. Le migrazioni dei popoli durante il III e IV secolo d.C. e le successive interazioni culturali e genetiche durante il periodo vichingo sono esempi di eventi che rimanevano poco chiari.
Per affrontare queste difficoltà, un gruppo di scienziati guidato da Leo Speidel e Pontus Skoglund ha sviluppato un metodo innovativo che ha consentito loro di superare le limitazioni dei precedenti approcci. Il metodo, chiamato Twigstats, è in grado di ricostruire le linee ancestrali con una precisione mai vista prima, permettendo di tracciare le origini delle popolazioni su periodi di tempo molto lunghi. Twigstats, in sostanza, consente di analizzare le sequenze genetiche in modo tale da risolvere la “nebbia” genetica che ha a lungo ostacolato gli studi sulla storia genetica dell’Europa.
Il team di ricercatori ha utilizzato questa nuova metodologia per analizzare 1.556 genomi antichi provenienti da diverse zone d’Europa, spaziando dal 500 a.C. fino al 1000 d.C. L’analisi si è concentrata principalmente sulle popolazioni dell’Europa settentrionale e centrale, aree che hanno visto una straordinaria mobilità nel corso dei secoli.
Il risultato di questo lavoro è una ricostruzione dettagliata delle storie di popolazione che fornisce nuove intuizioni sulle origini e sulle migrazioni di diversi gruppi umani.
L’analisi dei dati ha portato a scoperte significative. Una delle prime e più rilevanti conclusioni riguarda l’espansione delle origini scandinave nell’Europa occidentale, centrale e orientale durante la prima metà del primo millennio d.C. Questo fenomeno, che ha visto due principali correnti migratorie, ha avuto un impatto profondo sulle popolazioni locali.
Gli spostamenti dei gruppi scandinavi verso sud hanno portato alla fusione con le popolazioni di Europa centrale e orientale, dando origine a una miscela genetica che si è diffusa in gran parte dell’Europa. Questi spostamenti potrebbero essere legati a eventi storici come le incursioni germaniche, le migrazioni di popolazioni come i Goti, i Franchi e i Vandali, e la crescente influenza dei popoli del nord sulle terre del sud.
A partire dal VII secolo, si è verificato un cambiamento radicale nelle origini genetiche delle popolazioni di questa zona. Si nota una scomparsa regionale dell’ascendenza scandinava e un processo di fusione con altre origini provenienti da diverse aree d’Europa. Questo fenomeno di mescolanza genetica è particolarmente interessante, poiché segnala una diversificazione delle popolazioni, legata sia agli spostamenti migratori che all’inizio dell’era vichinga.
Un altro aspetto significativo riguarda la composizione genetica degli individui vichinghi, i quali, secondo i risultati dello studio, non erano semplicemente una popolazione scandinava “pura”, come tradizionalmente si pensava, ma piuttosto un gruppo geneticamente eterogeneo. L’analisi ha evidenziato che già nell’800 d.C. molti dei vichinghi avevano origini genetiche provenienti da gruppi dell’Europa centrale, un aspetto che non era mai stato osservato durante il periodo precedente all’età vichinga. Questo cambiamento ha portato alla conclusione che l’età vichinga ha visto una crescente interazione tra popolazioni diverse, con conseguente aumento della diversità genetica tra i vichinghi.
I metodi tradizionali, pur essendo stati di grande aiuto, non erano in grado di cogliere la complessità dei flussi migratori e delle mescolanze genetiche che hanno caratterizzato l’Europa settentrionale e centrale. La nuova metodologia presentata dallo studio, Twigstats, ha rivoluzionato il modo in cui gli scienziati ricostruiscono la storia delle popolazioni. Grazie a Twigstats, è stato possibile tracciare con una precisione senza precedenti la storia genetica delle popolazioni europee, rivelando come la mobilità umana e le migrazioni abbiano contribuito alla creazione della diversità genetica che osserviamo oggi.
Le implicazioni di questa ricerca non si limitano solo alla comprensione della storia genetica dell’Europa. Il metodo Twigstats, infatti, potrebbe essere applicato in futuro per analizzare altre aree geografiche, contribuendo a risolvere molte delle questioni ancora irrisolte relative alla preistoria e all’evoluzione delle popolazioni umane. Inoltre, la possibilità di ricostruire in modo dettagliato gli eventi migratori e le interazioni tra gruppi umani potrebbe avere un impatto notevole su altri campi, come l’antropologia, la storia, e la paleogenetica.
Il lavoro di Leo Speidel, Pontus Skoglund e colleghi rappresenta un avanzamento significativo nel campo della genetica evolutiva. Non solo hanno confermato la complessità della storia delle migrazioni in Europa, ma hanno anche messo in luce l’importanza della mescolanza genetica tra le diverse popolazioni, che ha contribuito alla formazione delle identità genetiche moderne. Inoltre, il loro lavoro evidenzia come la storia genetica di un popolo non sia mai un fatto isolato, ma sia il risultato di un lungo processo di interazioni, spostamenti e contaminazioni che hanno avuto luogo nel corso dei millenni.
Il metodo Twigstats, con la sua capacità di tracciare la storia genetica delle popolazioni con una risoluzione ad alta definizione, ha il potenziale di trasformare il nostro modo di comprendere la storia delle migrazioni e delle interazioni culturali e genetiche. Gli sviluppi futuri in questo campo potrebbero non solo contribuire a risolvere le questioni legate alla mobilità umana nell’Europa preistorica, ma anche aprire nuove possibilità di ricerca per studiare le popolazioni di altre regioni del mondo.
Concludendo, il lavoro di Speidel, Skoglund e colleghi non solo offre nuove informazioni sulla storia genetica dell’Europa settentrionale e centrale, ma getta anche le basi per futuri studi che potrebbero cambiare radicalmente la nostra comprensione della storia umana e della sua evoluzione. Grazie a questi nuovi strumenti, siamo più vicini che mai a risolvere i misteri che ancora avvolgono il nostro passato, scoprendo dettagli nascosti nei nostri geni che continuano a definire la nostra identità oggi.

Autore: Francesca Zavettieri

Fonte: meteoweb.eu 1 gen 2025

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