Potremmo definirlo un matrimonio perfetto. Naturalmente non stiamo parlando di due persone ma di due enti, che sembrano aver trovato – ormai la cosa è certa – un accordo storico con il beneplacito di un terzo, importantissimo e condizionante, ente, ovvero la Soprintendenza Archeologica per la Toscana.
I due enti in questione, invece, sono il Comune di Vinci e l’Associazione Archeologica del Medio Valdarno, e l’accordo riguarda ogni tipo di scavo, di indagine terrestre di superficie, o ritrovamento archeologico di qualsiasi genere nel territorio vinciano.
Il territorio comunale di Vinci, dal punto di vista archeologico, è praticamente vergine; poche le ricognizioni di superficie e pochissimi gli scavi – in compenso purtroppo tanti sono stati quelli devastanti – effettuati negli anni in una zona che in realtà potrebbe offrire sorprese inimmaginabili per lo studio delle civiltà antiche.
Numerosi però sono i siti sottoposti a vincolo archeologico dalla Soprintendenza, anche se Vinci è uno dei pochi comuni in Provincia di Firenze e in Toscana per i quali risulta quasi impossibile redigere una carta archeologica davvero attendibile e precisa.
In altri termini gli studiosi sanno che in quel luogo scavando potrebbero trovare resti etruschi o romani, ma vuoi per mancanza di fondi, vuoi per mancanza di una programmazione organica, mai si è scavato o indagato a fondo.
Sembra paradossale, ma la presenza onnicomprensiva del genio leonardesco, celebre e celebrato in tutti gli angoli del mondo, e oltremodo ingombrante, pare aver ostacolato questo tipo di ricerche, monopolizzando l’attenzione e le risorse pubbliche e private.
In effetti fino a qualche anno fa la storia di Vinci era solo ed esclusivamente Leonardo. Recentemente, in particolare negli ultimi anni, una serie di fortunate circostanze ha prodotto frutti importanti nel campo della ricerca storica; e allora si sono studiate le presenze più significative del borgo come il castello dei Conti Guidi, si sono studiati a fondo i borghi intorno a Vinci come Vitolini, Spicchio, Sovigliana, si sono studiate le ville e tutte le emergenze monumentali e storico artistiche presenti sul territorio, peraltro ricchissimo di testimonianze storiche. Per quanto riguarda l’archeologia invece, poco o nulla. In tal modo intere epoche storiche, come quella etrusca e quella romana, nel territorio vinciano, sicuramente frequentato dai popoli che dettero vita a tali civiltà antiche, sono ancora avvolte dall’oblio.
Oggi questo stato di cose si avvia verso un cambiamento epocale. Infatti, – le procedure burocratiche sono in dirittura d’arrivo, ma c’è già l’assenso pieno e formale della Soprintendenza Archeologica, arrivata prima di tutti gli altri – l’Associazione archeologica guidata da Leonardo Terreni si appresta a varcare l’Arno e ad iniziare, compatibilmente con le risorse umane ed economiche a disposizione, una mappatura completa del territorio vinciano.
«Siamo davvero soddisfatti – ha affermato Terreni – per aver raggiunto questo obiettivo. Ci impegneremo a fondo per cercare di tutelare al meglio, d’accordo con gli organi competenti, il territorio di Vinci e, con l’aiuto della Soprintendenza e del Comune, potremo iniziare a pensare anche ad indagini di superficie approfondite e ad eventuali campagne di scavo».
Piena soddisfazione è espressa anche dal sindaco di Vinci e dalla responsabile di zona della Soprintendenza archeologica, la dottoressa Lorella Alderighi. Finalmente anche Vinci sarà sotto l’occhio vigile di archeologi esperti. E finalmente arriverà lo stop per tutti quelli che attualmente devastano i siti archeologici impunemente, magari utilizzando ruspe, camion e movimenti di terra anche di centinaia di metri cubi.
Fonte: Il Tirreno Empoli, 29/12/2008
Autore: Paolo Santini