Meroë era una città sulla sponda orientale del Nilo che sorse quasi 3.000 anni fa. Fu la capitale del regno di Kush, un popolo che ha lasciato nel Sudan settentrionale diverse testimonianze architettoniche, artigianali e letterarie del loro passaggio.
Meroë fu scoperta nel 1821 da Frédéric Cailliaud, che per primo pubblicò un’illustrazione della disposizione delle rovine fino ad allora rinvenute. Per una pianta più completa è stato necessario aspettare Karl Richard Lepsius nel 1844, e l’inizio della lunga serie di scavi archeologici degni di tale nome del 1902.
Dai reperti disseppelliti nel sito sappiamo che Meroë fu la capitale del regno di Kush per diversi secoli, ed era circondata da oltre 200 piccole piramidi definite “nubiane” per via delle loro dimensioni e proporzioni.
Secondo i testi meroitici, scritti in un alfabeto che si leggeva da destra a sinistra e dal basso verso l’alto, la città era chiamata Medewi o Bedewi, e al tempo era sede di una fiorente attività di estrazione e lavorazione del ferro, oltre ad essere un centro commerciale di respiro tanto internazionale da effettuare scambi anche con India e Cina.
Sebbene siano ormai 150 anni che si scava a Meroë, non si sa ancora nulla su come si sorto il popolo che l’abitava.
“Nella regione centrale del Sudan, abbiamo un interessante problema di ricerca” spiega Krzysztof Grzymski, curatore del Royal Ontario Museum e leader di una spedizione archeologica che ha recentemente riportato alla luce un antico palazzo, probabilmente una delle sedi dei regnanti di Meroë.
“Abbiamo nozioni sulle culture preistoriche della regione, dall’Età della Pietra fino al Neolitico, diciamo intorno al 3.000 o 2.500 prima di Cristo” spiega Grzymski riferendosi ai reperti del sito africano, “ma dopo quel periodo non abbiamo nulla, e poi, apparentemente dal nulla, nell’800 a.C. appare la cultura di Meroë”.
Grzymski ha rinvenuto quello che è stato definito il più antico edificio di Meroë proprio nel tentativo di scoprire la reale origine delle popolazioni nubiane. “Sto cercando le origini di questi kushiti, la civiltà nubiana”.
Il palazzo è stato solo parzialmente riportato alla luce, e la maggior parte dell’edificio rimane ancora nascosta nel terreno. La datazione al radiocarbonio di campioni di origine organica (ossa animali, pareti di fango, ecc…) indicherebbe che il palazzo sia stato costruito circa 900 anni prima di Cristo.
L’abbondanza di resti animali, per lo più provenienti da bestie domestiche come capre e pecore, dimostrerebbe che la cultura kushita basava la propria dieta su carne e derivati del latte. “L’animale più comune del Medio Oriente era la capra e la pecora” dice Grzymski. “Questo mi fa pensare che se si cerca di immaginare questa civiltà, per certi versi erano pastori seminomadi”.
E’ difficile comprendere con certezza quale fosse lo scopo del palazzo appena scoperto. Grzymski ipotizza che potesse essere il palazzo dei governanti della città, o un centro amministrativo. “La Meroë delle origini, credo, fu probabilmente una sorta di capitale per il potentato o il regno locale”.
Grzymski, inoltre, sospetta che non molto distante dal palazzo recentemente scoperto possa trovarsi anche un antico tempio dedicato ad Amon, un edificio sacro la cui esistenza è stata soltanto ipotizzata.
“Gli elementi architettonici dai quali si può supporre che possa essere esistito un tempio di Amon risalente almeno al VII° secolo sono stati trovati durante gli scavi di John Gargstang nell’area che fu, in un periodo storico più tardo, occupata dalla città reale dei Meroiti” spiega David Edwards, ricercatore dell’ Università di Leicester.
Se il tempio dovesse realmente esistere, sarebbe il più antico luogo di culto finora scoperto nel sito, e potrebbe fornire preziosissime informazioni sulla vita degli abitanti di Meroë. Ad oggi, tuttavia, le prospezioni geomagnetiche non hanno fornito alcun indizio utile a riportare alla luce questo ipotetico tempio, e secondo Grzymski “l’unico modo per trovare questo antico tempio di Amon è scavare”.
Meroë fu scoperta nel 1821 da Frédéric Cailliaud, che per primo pubblicò un’illustrazione della disposizione delle rovine fino ad allora rinvenute. Per una pianta più completa è stato necessario aspettare Karl Richard Lepsius nel 1844, e l’inizio della lunga serie di scavi archeologici degni di tale nome del 1902.
Dai reperti disseppelliti nel sito sappiamo che Meroë fu la capitale del regno di Kush per diversi secoli, ed era circondata da oltre 200 piccole piramidi definite “nubiane” per via delle loro dimensioni e proporzioni.
Secondo i testi meroitici, scritti in un alfabeto che si leggeva da destra a sinistra e dal basso verso l’alto, la città era chiamata Medewi o Bedewi, e al tempo era sede di una fiorente attività di estrazione e lavorazione del ferro, oltre ad essere un centro commerciale di respiro tanto internazionale da effettuare scambi anche con India e Cina.
Sebbene siano ormai 150 anni che si scava a Meroë, non si sa ancora nulla su come si sorto il popolo che l’abitava.
“Nella regione centrale del Sudan, abbiamo un interessante problema di ricerca” spiega Krzysztof Grzymski, curatore del Royal Ontario Museum e leader di una spedizione archeologica che ha recentemente riportato alla luce un antico palazzo, probabilmente una delle sedi dei regnanti di Meroë.
“Abbiamo nozioni sulle culture preistoriche della regione, dall’Età della Pietra fino al Neolitico, diciamo intorno al 3.000 o 2.500 prima di Cristo” spiega Grzymski riferendosi ai reperti del sito africano, “ma dopo quel periodo non abbiamo nulla, e poi, apparentemente dal nulla, nell’800 a.C. appare la cultura di Meroë”.
Grzymski ha rinvenuto quello che è stato definito il più antico edificio di Meroë proprio nel tentativo di scoprire la reale origine delle popolazioni nubiane. “Sto cercando le origini di questi kushiti, la civiltà nubiana”.
Il palazzo è stato solo parzialmente riportato alla luce, e la maggior parte dell’edificio rimane ancora nascosta nel terreno. La datazione al radiocarbonio di campioni di origine organica (ossa animali, pareti di fango, ecc…) indicherebbe che il palazzo sia stato costruito circa 900 anni prima di Cristo.
L’abbondanza di resti animali, per lo più provenienti da bestie domestiche come capre e pecore, dimostrerebbe che la cultura kushita basava la propria dieta su carne e derivati del latte. “L’animale più comune del Medio Oriente era la capra e la pecora” dice Grzymski. “Questo mi fa pensare che se si cerca di immaginare questa civiltà, per certi versi erano pastori seminomadi”.
E’ difficile comprendere con certezza quale fosse lo scopo del palazzo appena scoperto. Grzymski ipotizza che potesse essere il palazzo dei governanti della città, o un centro amministrativo. “La Meroë delle origini, credo, fu probabilmente una sorta di capitale per il potentato o il regno locale”.
Grzymski, inoltre, sospetta che non molto distante dal palazzo recentemente scoperto possa trovarsi anche un antico tempio dedicato ad Amon, un edificio sacro la cui esistenza è stata soltanto ipotizzata.
“Gli elementi architettonici dai quali si può supporre che possa essere esistito un tempio di Amon risalente almeno al VII° secolo sono stati trovati durante gli scavi di John Gargstang nell’area che fu, in un periodo storico più tardo, occupata dalla città reale dei Meroiti” spiega David Edwards, ricercatore dell’ Università di Leicester.
Se il tempio dovesse realmente esistere, sarebbe il più antico luogo di culto finora scoperto nel sito, e potrebbe fornire preziosissime informazioni sulla vita degli abitanti di Meroë. Ad oggi, tuttavia, le prospezioni geomagnetiche non hanno fornito alcun indizio utile a riportare alla luce questo ipotetico tempio, e secondo Grzymski “l’unico modo per trovare questo antico tempio di Amon è scavare”.
Fonte: Ditadifulmine.com, 12 agosto 2011