Non solo Saqqara vede riaffiorare i tesori nascosti nelle sue sabbie! A Tuna el-Gebel, la necropoli sacra al dio Thot nel governatorato di Minya (a circa 240 km a sud del Cairo), è tornata alla luce la tomba di un supervisore del tesoro reale. Padi-Iset era il suo nome e visse durante la XXVI dinastia (672-525 a.C. circa).
La scoperta è opera della missione archeologica di scavo egiziana guidata dal dott. Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, al lavoro in un’area limitrofa alla scoperta del gennaio scorso. La sepoltura, situata in fondo ad un pozzo funerario profondo 10 metri, consiste in una grande stanza rivestita con lastre rettangolari di pietra dal taglio regolare e nicchie scavate lateralmente nella roccia. Al suo interno sono state trovate due statue litiche (una di donna e l’altra del toro Apis), 400 statuette ushabti in faience blu e verde recanti il ??nome del defunto e meravigliosi vasi canopi in alabastro definiti dallo stesso Waziri “tra i più belli mai trovati”. I vasi rappresentano i quattro figli di Horus: Imseti, Hapi, Duamutef e Qebehsenuef, rispettivamente protettori di fegato, polmoni, stomaco e intestino, ed hanno incisi nome e titoli del proprietario.
La tomba ospitava anche sei membri della famiglia del supervisore del tesoro reale Padi-Iset, pure loro inumati con il proprio corredo funerario composto da 1000 statuine ushabti in faience, diversi gruppi di vasi canopi in pietra calcarea e alabastro, amuleti e scarabei. Sempre all’interno della tomba sono stati trovati amuleti e vasi in ceramica datati tra la XXVI e la XXX dinastia (Periodo Saita) e 4 sarcofagi antropomorfi in pietra ancora sigillati con malta.
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Autore: Tiziana Giuliani
Fonte: www.mediterraneoantico.it, 25 ott 2020