I rilievi scolpiti sulle mura della città egiziana di Amarna descrivono un’oasi di abbondanza: buoi all’ingrasso, magazzini pieni di grano e pesce, musicisti che suonano per il banchetto del faraone.
Ma le ultime ricerche gettano una luce inquietanta sulla vera vita ad Amarna: una difficile combinazione di fatica e desideri, almeno per la gente comune che trasportava l’acqua, scaricava le barche sul Nilo e costruiva i grandi templi in pietra della città, eretti su ordine di Akhenaton, il “faraone eretico”.
I ricercatori che hanno studiato i resti degli abitanti sepolti nel cimitero comune hanno scoperto che molti bambini erano rachitici e malnutriti, mentre gli adulti mostrano segni di lavori massacranti e alti tassi di lesioni associate a traumi. “Abbiamo trovato gli scheletri più malati e stressati che siano mai stati scoperti fino ad oggi nell’antico Egitto”, ha detto Jerome Rose, bioarcheologo dell’Università dell’Arkansas che ha condotto parte delle ricerche. “Amarna era la capitale dell’impero. Il cibo avrebbe dovuto essere abbondante… C’è qualcosa che non torna”.
Amarna venne eretta quasi dal nulla nelle sabbie del deserto, nel 1350 a.C., da Akhenaton, sposo della famosa regina Nefertiti e probabile padre di Tutankhamon. Akhenaton riformò il pantheon delle divinità egizie in favore del culto di un solo dio, Aton, o dio del sole. Costruita a circa 322 chilometri a sud del Cairo, Amarna fu progettata come un luogo in cui Aton potesse regnare sovrano.
Delle circa 20-30.000 persone che vissero ad Amarna durante il suo periodo di massimo splendore – circa 15 anni – circa il dieci per cento faceva parte di una ricca élite che viveva in ville spaziose e veniva sepolta in tombe riccamente decorate. Tutte le altre persone finivano invece in quello che oggi è conosciuto come il cimitero delle “Tombe del Sud”, semplici e anguste tombe segnate da mucchi di pietre.
Nell’ultimo numero della rivista Antiquity, gli studiosi dell’Amarna Project descrivono lo scavo di più di 200 tombe, di cui solo 20 contenevano dei sarcofagi. La maggior parte degli scheletri era avvolta in semplici stuoie, un anomalo segnale di povertà per una società che considerava i sarcofagi un simbolo di prestigio sociale. Uno dei pochi sarcofagi ritrovati nel cimitero è decorato con geroglifici incomprensibili, il che suggerisce che il decoratore – e forse lo stesso committente – fosse analfabeta.
Nelle tombe non si ritrovano nemmeno i tipici beni delle sepolture benestanti. La gente comune di Amarna non poteva permettersi molto, ma la semplicità delle loro sepolture potrebbe anche indicare che gli oggetti funerari stessero diventando sempre meno importanti, ha spiegato l’archeologa Anna Stevens, vice direttore degli scavi. Tra i pochi oggetti trovati nelle tombe ci sono tre perline a forma di ippopotamo, probabilmente indossati come amuleti protettivi da una donna o da una bambina prima di morire.
Sembra che i bambini di Amarna avessero bisogno di molte cure: secondo la ricerca di Kathleen Kuckens dell’Università dell’Arkansas, gli scheletri appartenenti a individui di età compresa tra 3 e 25 anni mostrano segni di scorbuto e rachitismo. Kuckens riferisce anche che i denti dei bambini erano solcati, un chiaro segno di malnutrizione. I dati preliminari raccolti da un’altra studiosa, Ashley ShidneI, indicano che i bambini di età superiore agli 8 anni mostrano gravi segni di arresto della crescita. Probabimente non erano ben nutriti ed erano sottoposti a elevati livelli di attività fisica. “Gli scheletri dei bambini mostrano segni di un uso costante dei muscoli”, ha detto Shidner.
E agli adulti non andava certo meglio. Oltre il 75 per cento degli scheletri studiati mostra segni di artrite a carico degli arti e della schiena, indizio evidente di lavori pesanti. Fratture e vertebre compresse erano comuni, e ben il 67 per cento degli individui porta segni di almeno una frattura guarita o in via di guarigione. Questi tassi sono “molto alti e indicano un elevato carico di lavoro”, ha spiegato Jessica Kaiser, osteoarcheologa di Ancient Egypt Research Associates, un team che sta scavando nell’area delle piramidi di Giza.
Forse non è una coincidenza che Amarna sia stata edificata usando una particolare tecnica innovativa che prevedeva l’uso di un blocco standard di pietra, conosciuto come talatat, del peso di circa 70 kg e ritenuto adatto ad essere trasportato da un solo lavoratore. Una scena scolpita, che probabilmente trae origine proprio ad Amarna, mostra un uomo che regge in equilibrio un talatat sulle spalle con entrambe le mani. Forse, ipotizzano i ricercatori, sollevare questi blocchi potrebbe aver contribuito all’elevato grado di artrite riscontrato fra i lavoratori di Amarna.
Non tutti gli esperti pensano però che il carico di lavoro dei lavoratori di Amarna fosse eccezionale. Anche gli scheletri provenienti dalla necropoli di Saqqara mostrano alti tassi di traumi e lavori pesanti, ha detto Andrew Chamberlain, bioarcheologo presso l’Università di Manchester. Rose ha replicato che, pur non avendo potuto analizzare i dati relativi a tutti i gruppi demografici egizi, vi sono sicuramente molte popolazioni che mostrano livelli inferiori di stress legato ai carichi da lavoro rispetto a quello degli abitanti di Amarna.
Dopo la morte di Akhenaton, avvenuta nel 1336 a.C., Amarna fu velocemente abbandonata, ma la sua necropoli sopravvive a testimoniare l’ambizione del faraone che sperava di costruire la “Casa della Gioia” per il dio del sole.
“Amarna doveva essere la grande città della prosperità, per tutti”, ha detto Shidner. “Ma in realtà non era affatto il luogo felice immaginato da Akhenaton”.
Fonte: www.ilfattostorico.com, 01 apr 2013