Ai piedi delle piramidi di Giza gli archeologi hanno scoperto una nuova “barca solare”, sorella di quella mostrata nell’immagine (nota come la barca di Cheope), rinvenuta e ricostruita diversi anni fa.
Per anni si è ritenuto che la seconda barca fosse troppo fragile per essere riportata alla luce. Ma secondo gli esperti, oggi ci sono le condizioni per farlo.
Per anni si è ritenuto che la seconda barca fosse troppo fragile per essere riportata alla luce. Ma secondo gli esperti, oggi ci sono le condizioni per farlo.
“Se è così fragile, significa che dobbiamo salvarla adesso”, dice l’archeologo Zahi Hawass.
Gli archeologi del team nippo-egiziano stanno esaminando i frammenti di legno di cedro che costituiscono l’imbarcazione, ma il responsabile dell’operazione preferisce non rivelarne i dettagli: “È un segreto”, dice Sakuji Yoshimura dell’università giapponese di Waseda. “Il reperto non è mai stato toccato, quindi va esaminato scientificamente”.
Una lastra di calcare di varie tonnellate, rimasta intonsa per secoli, viene rimossa per riportare alla luce la “barca solare” sepolta circa 4.500 anni fa ai piedi della Grande Piramide di Giza, in Egitto.
Sotto la lastra si trovano centinaia di fragili frammenti di legno, che verranno trasportati all’interno di una tensostruttura eretta sul sito nel 2008 dall’atmosfera controllata.
Una volta terminato il lungo lavoro di estrazione del pezzi, ci vorranno alcuni anni per ricomporre la barca, che andrà a fare compagnia alla “barca di Cheope”, lunga 43 metri, custodita nell’apposito museo a Giza. Gli studiosi ritengono che la nuova barca sia leggermente più piccola di quella già ricostruita.
Le barche solari avevano un ruolo importante nella mitologia egizia dell’aldilà. Gli antichi ritenevano che ogni notte, il dio del Sole, Ra, navigasse come Ra-Atum su una barca attraverso l’aldilà per battersi contro dei e bestie mitologiche, finché non sorgeva come Sole del mattino – Ra-Horakhty – e navigasse sulla barca diurna attraverso il cielo.
Le barche, sepolte accanto alla Grande Piramide, dovevano servire ai viaggi nell’aldilà del faraone Cheope (Khufu).
L’archeologo è convinto inoltre che le barche non siano mai state utilizzate da Cheope per navigare realmente sul Nilo, come invece sostengono alcuni.
Anche la barca di Cheope, scoperta nel 1954, venne sepolta in vari pezzi in un pozzo profondo una trentina di metri, e venne ricostruita nell’arco di 13 anni. Dal 1982 la barca di Cheope è esposta in un museo, creato appositamente a fianco della Grande Piramide, progettato dall’architetto italiano Franco Minissi.
In una rara immagine colta nel 1987 da una minuscola fotocamera di National Geographic mostra la barca che si sta riportando alla luce nella camera sotterranea vicino alla Grande Piramide di Giza.
I ricercatori guidati da Youshimura fecero lo stesso nel 2008 per esaminare le condizioni del legno. Da allora, fino al recente scavo, la camera è rimasta perfettamente sigillata nel timore che l’aria o gli insetti potessero danneggiare le assi di legno.
Gli archeologi del team nippo-egiziano stanno esaminando i frammenti di legno di cedro che costituiscono l’imbarcazione, ma il responsabile dell’operazione preferisce non rivelarne i dettagli: “È un segreto”, dice Sakuji Yoshimura dell’università giapponese di Waseda. “Il reperto non è mai stato toccato, quindi va esaminato scientificamente”.
Una lastra di calcare di varie tonnellate, rimasta intonsa per secoli, viene rimossa per riportare alla luce la “barca solare” sepolta circa 4.500 anni fa ai piedi della Grande Piramide di Giza, in Egitto.
Sotto la lastra si trovano centinaia di fragili frammenti di legno, che verranno trasportati all’interno di una tensostruttura eretta sul sito nel 2008 dall’atmosfera controllata.
Una volta terminato il lungo lavoro di estrazione del pezzi, ci vorranno alcuni anni per ricomporre la barca, che andrà a fare compagnia alla “barca di Cheope”, lunga 43 metri, custodita nell’apposito museo a Giza. Gli studiosi ritengono che la nuova barca sia leggermente più piccola di quella già ricostruita.
Le barche solari avevano un ruolo importante nella mitologia egizia dell’aldilà. Gli antichi ritenevano che ogni notte, il dio del Sole, Ra, navigasse come Ra-Atum su una barca attraverso l’aldilà per battersi contro dei e bestie mitologiche, finché non sorgeva come Sole del mattino – Ra-Horakhty – e navigasse sulla barca diurna attraverso il cielo.
Le barche, sepolte accanto alla Grande Piramide, dovevano servire ai viaggi nell’aldilà del faraone Cheope (Khufu).
L’archeologo è convinto inoltre che le barche non siano mai state utilizzate da Cheope per navigare realmente sul Nilo, come invece sostengono alcuni.
Anche la barca di Cheope, scoperta nel 1954, venne sepolta in vari pezzi in un pozzo profondo una trentina di metri, e venne ricostruita nell’arco di 13 anni. Dal 1982 la barca di Cheope è esposta in un museo, creato appositamente a fianco della Grande Piramide, progettato dall’architetto italiano Franco Minissi.
In una rara immagine colta nel 1987 da una minuscola fotocamera di National Geographic mostra la barca che si sta riportando alla luce nella camera sotterranea vicino alla Grande Piramide di Giza.
I ricercatori guidati da Youshimura fecero lo stesso nel 2008 per esaminare le condizioni del legno. Da allora, fino al recente scavo, la camera è rimasta perfettamente sigillata nel timore che l’aria o gli insetti potessero danneggiare le assi di legno.
Autore: Andrew Bossone
Fonte: National Geographic.it, 28 giugno 2011