Come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, dopo oltre un decennio di ricerche un’equipe guidata dagli archeologi italiani Angelo e Alfredo Castiglioni ha portato alla luce alcuni reperti che potrebbero rappresentare le uniche testimonianze dell’esercito perduto: oggetti piccoli – punte di freccia, una daga bronzea, un braccialetto – di incontestabile fattura achemenide, oltre a una “valle degli scheletri” rintracciata grazie alle leggende locali.
L’equipe afferma di aver ricostruito l’itinerario dell’esercito, partito nel 525 a. C. Da Tebe, come racconta Erodoto: l’armata nona avrebbe seguito il percorso abituale lungo le oasi del Nilo ma avrebbe deviato verso ovest per sorprendere il nemico, finendo però nel Gran Deserto.
Le autorità egiziane sono però caute (oltre ad aver reso noto che gli archeologi erano privi delle autorizzazioni necessarie): il fatto che i reperti siano di fattura persiana non è di per sé un elemento decisivo, dato che l’Egitto fu sottoposto alla loro dominazione per oltre un secolo; gli scheletri potrebbero appartenere a vittime di tragedie più recenti.
Fonte: Virgilio Notizie, 16/11/2009