Riaperta dopo 4000 anni. La tomba di Mehu, una delle più belle della necropoli di Saqqara, in Egitto, è stata restaurata e resa visitabile ai turisti per la prima volta a 78 anni dalla sua scoperta.
La tomba si trova a pochi metri di distanza della parete meridionale della piramide a gradoni di Djoser, eretta per la sepoltura del sovrano della III dinastia dall’architetto Imhotep. Le sue pareti sono sontuosamente decorate e al suo interno si trovano tre camere funerarie: una per Mehu, che ha avuto un ruolo influente nella corte reale della sesta dinastia, rivendicato non meno di 48 titoli «nobiliari», dov’è stato rinvenuto anche il suo sarcofago con coperchio, e altre due erano destinate al culto del figlio Mery Ra Ankh, sorvegliante della regione di Buttu e di ispettore dei profeti della piramide di Pepi, e del nipote Hetep Ka II.
Mehu era «un visir, il capo dei giudici e il direttore del palazzo al tempo del re Teti, il primo re della sesta dinastia», spiega l’archeologo egiziano Zahi Hawass. E la sua tomba è famosa per le splendide iscrizioni presenti sulle pareti interne, oltre che per la sua falsa porta decorata in oro. E si può dire che sia una delle meglio conservate e colorate del vecchio regno.
Questo incredibile sito archeologico è stato scoperto nel 1940, durante una missione diretta dall’egittologo Zaki Saad. E ora, grazie al restauro, sono riemersi tutti i vividi colori che ne decorano le pareti, rimasti segreti per millenni. Qui, con i geroglifici, vengono raccontate la vita di Mehu e le sue passioni, come la caccia nella giungla e la pesca nelle paludi. Non mancano poi scene di lavoro nei campi, ma anche di feste con ballerini di danze acrobatiche, oltre a simboli più inusuali, come l’unione di due coccodrilli in presenza di una tartaruga.
Autore: Noemi Penna
Fonte: www.lastampa.it, 11 set 2018