Una commissione di studiosi nominata dal Dipartimento israeliano per le antichità ha stabilito che è falso l’ossario reperito un anno fa e attribuito a “Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù”. Lo ha rivelato la televisione statale israeliana, ma la notizia non ha ancora conferme ufficiali.
La stessa commissione ha giudicato falsa anche una lapide attribuita a “Yehoash (Josia), re di Giudea”, anch’essa tornata alla luce di recente. Sull’episodio, oltre ad una approfondita indagine scientifica, è in corso una inchiesta della polizia, ha aggiunto la emittente. La cassa funebre in questione è un reperto calcareo, di 51 centimetri per 28, su cui appare una iscrizione in lingua aramaica che è stata esaminata approfonditamente. Secondo il rapporto del Dipartimento delle Antichità anticipato dalla emittente israeliana, la patina rinvenuta sulle pareti del reperto non è conciliabile con quella tipica di altri oggetti trovati nel deserto di Giudea, che si stende fra Gerusalemme e il mar Morto.
Per quanto riguarda la lapide di re Josia, i caratteri delle lettere incise nella pietra sono risultati contraffatti, secondo la emittente statale. Il collezionista israeliano proprietario dei due reperti ha detto di essere ancora ignaro delle conclusioni ufficiali della inchiesta e ha auspicato una ulteriore verifica, questa volta indipendente. L’annuncio della scoperta dell’urna – avvenuta circa un anno fa in Israele – era stato dato a Washington il 21 ottobre dello scorso anno. Il reperto, inizialmente descritto come la più antica traccia archeologica dell’esistenza di Gesù di Nazareth, ha una scritta incisa sul frontale che fa riferimento a Gesù ed è stata datata dagli esperti, secondo quanto era stato reso noto a Washington, all’anno 63 dopo Cristo, circa tre decenni dopo l’epoca della crocifissione.
L’annuncio della scoperta era stato dato dalla “Biblical Archeology Review”, una rivista archeologica che ha poi pubblicato sulla vicenda uno lo studio di Andre Lemaire, specialista francese di iscrizioni antiche. L’esistenza storica di Gesù non è messa in dubbio dagli studiosi, compresi quelli non cristiani. Ma fino ad ora tutto ciò che è conosciuto sulla sua figura proviene dal Nuovo Testamento e non è mai stato trovato un manufatto del primo secolo collegato a Cristo. L’urna funebre sembrava colmare questo vuoto, anche se lo stesso Lemaire aveva lasciato aperti gli interrogativi su dove sia stato custodito l’oggetto per oltre 19 secoli. Il proprietario dell’urna non aveva mal intuito la sua importanza fino a quando, lo scorso anno, Lemaire ha finalmente avuto l’opportunità di studiarla.
Fonte: La Stampa 16/06/03
Autore: r. cri.
Cronologia: Arch. Romana
È FALSO L’OSSARIO DEL FRATELLO DI GESÙ
Ti è piaciuto questo articolo?
Tanto0
Abbastanza0
Noioso0
Per niente0