Un successo dell’Unesco: per acclamazione hanno deciso di riattivare il Comitato previsto a Oslo nel 1993 e poi sospeso. Incontro a Parigi in settembre.
Durante la XXIX Sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco a Durban (10-18 luglio 2005) è giunto un appello (“Decisione” n. 29 Com 11d, paragrafo 4) affinché venga ricostituito il Comitato misto israelo-palestinese sull’archeologia. Istituito in seguito agli accordi di Oslo del 1993 (in cui si richiedeva “la protezione dei siti archeologici situati in territorio sotto il controllo dell’Autorità palestinese”), era stato poi sospeso soltanto tre anni dopo a causa della crisi generata dal famoso “tunnel” vicino al muro del Tempio, realizzato dagli israeliani e fortemente avversato dai palestinesi.
Il primo passo sarà, all’inizio di settembre, la riunione delle Commissioni nazionali israeliana e palestinese a Parigi, presso l’Unesco. L’appello di Durban (per il quale Caruso, l’ambasciatore italiano dell’Unesco, si è molto prodigato) è stato presentato nel quadro del dialogo in corso sul problema della tutela e della gestione dei siti archeologici sul territorio palestinese: questione molto delicata e carica di risvolti politici (ulteriormente acuiti dalle recenti vicende legate agli sgomberi dei coloni dalla Striscia di Gaza), a causa della sovrapposizione di reperti di diverse epoche e civiltà (in particolare ebraica, romana, islamica e cristiana). È stato approvato per acclamazione. Non si tratta ancora di un accordo di piena collaborazione, ma di un’apertura: evidentemente, di straordinario significato. E il completamento del ritiro da Gaza apre la possibilità di un effettivo avvio del Comitato. Intanto, sono continuate per tutta l’estate, pur tra le difficoltà del momento, le indagini nell’antica Anthédon, all’interno del campo profughi di Chati, prossimo a Gaza.
Riaperti nel 2003 dopo il blocco dovuto alla seconda Intifada, comprendono una grande casa ellenistica con affreschi e una residenza di epoca romana. Sono numerosi i siti archeologici all’interno della Striscia. Per tutti, i rischi di danni sono all’ordine del giorno sia per gli scontri armati, sia per l’urbanizzazione prodotta da una crescita demografica superiore al 3% annuo.
Fonte: Il Giornale dell’Arte on line 03/10/05