Per la prima volta in Italia sono stati rinvenuti e portati alla luce numerosi scheletri di dinosauri in perfetto stato di conservazione. Il ritrovamento è avvenuto in prossimità dell’area archeologica del Villaggio del Pescatore, nel comune di Duino-Aurisina, a pochi chilometri da Trieste.
“Questi straordinari scheletri appartengono alla specie Tethyshadros insularis, un dinosauro erbivoro, e rappresentano i più grandi e completi fossili di dinosauro mai rinvenuti in Italia”, si legge nella presentazione dello studio pubblicato su Scientific Reports (Nature), dove vengono descritti alcuni degli esemplari meglio conservati tra quelli rinvenuti, in particolare quello di un dinosauro soprannominato Bruno.
Complessivamente sono stati individuati almeno 7 esemplari, ma non si esclude che possano essere anche undici. E i dinosauri non sono gli unici animali fossili recuperati in quello che viene definito un vero e proprio giacimento: pesci, coccodrilli, rettili marini e persino piccoli crostacei hanno permesso di ricostruire una straordinaria immagine di questo antico ecosistema che non sembra avere eguali al mondo. Oggi molti di questi reperti possono essere ammirati al Museo Civico di Storia Naturale di Trieste, concessi in deposito da parte del Ministero della Cultura.
Lo studio mette in discussione alcune ipotesi sorte negli anni scorsi, quando si pensava che l’area che oggi è il Villaggio del Pescatore fosse un’isola nel mezzo dell’oceano Tetide. Queste ipotesi erano supportate dal fatto che le piccole dimensioni del primo dinosauro rinvenuto (soprannominato Antonio) fossero la conseguenza degli adattamenti di una specie nana, adattata per sopravvivere in un’area relativamente piccola come si ipotizzava fosse l’isola. In altre parole, si riteneva fosse un accorgimento evolutivo per sopravvivere alle scarse risorse ambientali delle piccole isole.
Ma ora il nuovo studio fa ripensare a tutto ciò: la recente scoperta fa supporre che Antonio non fosse un adulto, ma un esemplare giovane di Tethyshadros, mentre Bruno, più grande e di proporzioni più massicce fosse un individuo già adulto, anche se la struttura ossea, analizzata dai ricercatori, ha mostrato che quell’individuo avrebbe potuto crescere ancora, al momento della morte.
I dati geologici hanno anche aiutato a ridefinire l’età di questi dinosauri: sembra che vissero circa 80 milioni di anni fa, ossia 10 milioni di anni prima di quanto si ritenesse fino a oggi. Nel Cretaceo l’area rappresentata oggi dal Villaggio del Pescatore si affacciava sulla Tetide ed era connessa con l’Europa occidentale e l’Asia. Questo significa che l’antica area Mediterranea non era caratterizzata solo da isole, ma anche da ampie zone emerse che rappresentavano vie migratorie per i grandi animali terrestri, come i dinosauri.
Quanto scoperto, dunque, non è importante solo per gli eccezionali ritrovamenti, ma ha un ruolo rilevante nella verifica di importanti ipotesi scientifiche su questi affascinanti animali del passato e sulla ricostruzione degli ambienti in cui vivevano.
Autore: Luigi Bignami
Fonte: www.focus.it, 2 dic 2021