«[…]Era il giorno della Preparazione e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato – chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro che era stato crocefisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua. […]» (GV 19, 31-34).
Questo passo del vangelo di San Giovanni, testimonia un evento tipico al tempo delle crocefissioni. Poiché per i giudei la croce era segno di maledizione (cfr Galati 3,12), si prescriveva l’inumazione dei cadaveri appesi prima del tramonto del sole, perché non contaminassero la terra santa. Per accertare la morte dei condannati, venivano loro spezzate le gambe; solo a Gesù venne risparmiato ciò (non gli sarà spezzato alcun osso – Esodo 12,46), ma un pretoriano gli sferrò un colpo di lancia nel costato procurandogli uno squarcio dal quale fuoriuscì sangue ed acqua.
Al di là del significato che la chiesa attribuisce a questo evento, resta la considerazione che – secondo la leggenda nata attorno a ciò – da quel momento la lancia acquistò poteri miracolosi.
Chi era il pretoriano?
L’uomo che sferrò il colpo di lancia nel costato di Gesù fu, secondo una tradizione desumibile da alcuni vangeli apocrifici tra i quali quello di Nicodemo, il centurione romano Gaio Cassio Longino, il cui nome Longino, deriverebbe dal greco longkhé che vuol dire lancia .
Sembra che fosse noto anche come Longino l’Isaurico dal nome della provincia romana dalla quale proveniva (l’attuale Turchia), anche se secondo altre tradizioni sarebbe originario dell’Italia.
Si racconta, inoltre, che dopo il colpo di lancia inferto a Gesù e dopo aver assistito al miracolo dell’acqua e del sangue sgorgati dalla ferita, Longino fu colto da una crisi religiosa che lo portò a convertirsi. La conversione sarebbe avvenuta – secondo altra tradizione – nel momento in cui squarciando il costato di Gesù, alcune gocce di sangue presero a scendere lungo l’asta della lancia e da lì caddero sugli occhi malati del centurione guarendoli.
Nei duemila anni successivi, tutti i cultori dell’esoterismo l’hanno cercata; i potenti della Terra hanno sognato di possederla tra i propri cimeli. Furono Costantino il Grande e Federico Barbarossa a servirsene come potente talismano, mentre Carlo Martello la utilizzò per scongiurare il pericolo di un’invasione araba. Adesso la potete ammirare tutti i giorni con in tasca un biglietto d’ingresso nella “Weltliche Schatzkammer” (la Stanza del tesoro) dell’Hofburg di Vienna. Lì, racchiusa da una teca di vetro, c’è la lancia di Longino, di quel soldato pretoriano diventato poi martire e santo. Ma la vera lancia dei miracoli potrebbe essere da tutt’altra parte del mondo. In un angolo sperduto dei ghiacci eterni, nel silenzio di un nascondiglio sconosciuto, protetta e custodita da un ordine di cavalieri Templari contemporanei.
Una storia dai contorni sfumati e oscuri che inizia, tuttavia, da una serie di avvenimenti e colpi di scena assolutamente reali e comprovati. Tutto comincia nel 1909 quando Adolf Hitler, allora ventenne, si recò in visita a Vienna al palazzo imperiale dell’Hofburg per ammirare il tesoro degli Asburgo, esposto nella Stanza del Tesoro. L’attenzione del futuro dittatore venne attirata dalla Lancia di Longino e ne rimase talmente affascinato, quasi stregato, che sostò a lungo di fronte alla teca di cristallo che la custodiva. Ciò che affascinò Hitler fu, in particolare, il chiodo assicurato all’asta, che la tradizione ritiene appartenere al gruppo di tre o quattro chiodi impiegati dai romani per crocifiggere Gesù. Walter Johannes Stein, in gioventù amico personale di Hitler, riferì che la passione del gerarca nazista per l’occultismo ed i manufatti sacri ed esoterici nacque a seguito della bizzarra esperienza vissuta nella Stanza del Tesoro del palazzo dell’Hofburg, esperienza che lo indusse a documentarsi sulla storia della reliquia viennese. Sempre più travolto da una delirante e morbosa passione per le scienze occulte e l’esoterismo, arrivò persino a convincersi di essere la reincarnazione di Landolfo II di Capua, sanguinario e crudele principe longobardo e che i poteri miracolosi della lancia lo avrebbero aiutato ad uscire vincitore dalla Seconda Guerra Mondiale ed a conquistare il mondo. Una notte di Marzo del 1938, a seguito dell’Anschluss, ossia dell’annessione forzata dell’Austria alla Germania, Hitler diede ordine di trasferire la Lancia Sacra a Norimberga, dove venne provvisoriamente collocata nella chiesa di S. Caterina che diventò ben presto un luogo di culto, un vero e proprio santuario mistico-esoterico nazista, sorvegliato e protetto a vista giorno e notte. Fu in questa chiesa, peraltro, che il celebre compositore Richard Wagner, affiliato ad alcune Società Segrete Esoteriche tedesche come Adolf Hitler, ambientò uno dei brani più suggestivi dei Maestri Cantori.
Dopo la disfatta di Stalingrado, Hitler ritenne che la Lancia di Longino dovesse essere trasferita in un luogo più sicuro ed ordinò che fosse portata in un nascondiglio segreto a prova di bomba, in una galleria situata sotto l’antica fortezza di Norimberga che venne adeguatamente attrezzata come una camera blindata. Il 13 Ottobre 1944 i bombardieri alleati rasero al suolo Norimberga e la Oberen Schmied Gasse (Vicolo Superiore dei Fabbri), la strada in cui si trovava l’accesso al tunnel con la camera blindata, venne completamente distrutta. Il 20 Aprile 1945 gli alleati occuparono la città ed alcuni individui che erano a conoscenza dell’esatta ubicazione del nascondiglio segreto della Lancia Sacra si suicidarono prima di venire fatti prigionieri dagli anglo-americani; tra questi vi era anche il borgomastro di Norimberga, Willy Lebel, il cui appartamento venne meticolosamente perquisito da ignoti per assicurarsi che non vi fossero indizi che avrebbero potuto condurre gli alleati al bunker segreto. Il 30 Aprile 1945, alle 14:10, poche ore prima che Adolf Hitler si suicidasse nel bunker corazzato della cancelleria a Berlino, gli uomini dell’O.S.S., su ordine dello statista inglese, Sir Winston Leonard Spencer Churchill, che tempo prima aveva sottolineato “l’importante necessità strategica” di trovare l’arma, penetrarono nella camera blindata e recuperarono la Lancia Sacra. Il generale Patton, che diresse le operazioni di recupero della lancia, confessò ai giornali di essere stato tentato, per qualche istante, di tenere per sé l’arma, essendo convinto, come Hitler, che essa avesse poteri miracolosi, tuttavia, prevalse il buon senso e la lancia venne restituita all’Austria dove è tuttora possibile ammirarla all’Hofburg di Vienna. Nel saggio intitolato “Adolf Hitler and the secrets of the Holy Lance”, pubblicato a tiratura limitatissima da una misconosciuta casa editrice della cittadina di Stelle, in Illinois (U.S.A.), gli autori, il Colonnello Howard A. Buechner ed il Capitano Wilhelm Bernhardt, sostengono che Heinrich Himmler, il numero tre del Terzo Reich nonché fondatore del corpo speciale d’assalto delle SS, ordinò ad un abilissimo artigiano giapponese di realizzare una copia della Lancia di Longino che fosse identica all’originale.
Nel 1943, secondo gli autori del testo, la falsa reliquia venne portata a Norimberga mentre l’originale venne trasferito, a bordo di un sottomarino, l’U-Boot 530, in un nascondiglio segretissimo da qualche parte tra le montagne innevate del ghiacciaio Muhlig Hiffman, in Antartide. Il manufatto sacro, successivamente, venne recuperato da alcuni membri di una fantomatica, misteriosa e a quanto pare anche molto ben organizzata Società Segreta Esoterica conosciuta come l’”Ordine dei Cavalieri della Lancia Sacra” e sarebbe attualmente custodito da un gruppo di fidati iniziati in una località segreta. Secondo una diversa versione della vicenda la “Heilige Lance” non fu mai recuperata dal nascondiglio segreto in Antartide ma si trova ancora in loco, sorvegliata da alcuni membri dell’Ordine dei Cavalieri della Lancia Sacra al fine di mantenere la giustizia, la pace e l’ordine nel mondo.
Autore: DG