La villa di Desenzano era disposta ai piedi di un declivio collinare e la spiaggia era a pochi metri da essa.
Chi oggi vuole avere una visione d’insieme della villa, deve con la fantasia far emergere dal complesso dei ruderi le strutture degli ampi e distinti blocchi di edifici risalenti all’inizio del IV sec. d.C, e non tener conto, in questo suo primo approccio, di tutti quegli elementi che risalgono a dimore di periodi antecedenti, i cui resti, disposti su livelli inferiori, qua e là si intravedono.
All’ingresso della villa è sistemato un piccolo museo che in tre sale espone materiali provenienti dagli scavi: fra questi vi sono resti di statue e di ritratti molto interessanti oltre a un frantoio per la spremitura di uva o di olive.
La villa è costituita da tre settori (A,B,C).
SETTORE A
Il settore A è disposto secondo la direzione assiale est-ovest- A est v’è un vestibolo ottagonale, da cui allora si accedeva alla spiaggia e, probabilmente, al porticciolo; dal vestibolo si entra nel peristilio, un cortile interno che era circondato su tutti i lati da portici e ornato di statue; dal peristilio si accede all’atrio a forcipe e, quindi, al triclinium, che era una stanza di rappresentanza triabsidata. Il triclinium era ricoperto da un tetto a cupola oppure a volta di botte. I locali e il peristilio erano pavimentati con mosaici che, con varietà di schemi geometrici e motivi vegetali, creavano effetti cromatici. Di questa ricca pavimentazione si vedono ancora dei tratti superstiti.
Nell’atrio v’erano quattro rettangoli con mosaici rappresentanti scene di pesca.
Vi si vedono ancora, su barche e su scogli, amorini con canne e secchielli che pescano in un mare ricco di pesci. Si notano una triglia, dei cefali e un polipo. Ci aspetteremmo di vedere qualche motivo lacustre, uno scorcio del Garda, ma nell’epoca del tardo impero prevalevano tendenze artistiche che rifuggivano dal realismo: si preferivano il geometrismo, il simbolismo, il rinvio della quotidianità al mito o a forme e schemi accademicamente prefissati.
Nel triclinio absidato il mosaico centrale ha un ritmo geometrico assai elaborato in cui ottagoni si alternano a quadrati e a croci greche. Le figure geometriche sono collegate e cinte da due fasce attorte che s’inseguono. Negli ottagoni vi sono belve in caccia, per esempio, una pantera insegue un’antilope; nei quadrati si vedono putti vendemmianti o in corsa su bighe, e danze di satiri e menadi. Nelle croci figurano alte coppe da cui escono rami di alloro densi di foglie che si prolungano nei tre bracci della croce.
Forse nell’abside centrale del triclinio s’apriva una finestra da cui si poteva godere il viridarium, il giardino chiuso sul fondo da un ninfeo, cioè da una fontana arricchita con nicchie. L’acqua scorreva in una canaletta che attraversava il giardino e contornava l’abside. Voltando le spalle al triclinio, con il viso rivolto al ninfeo, sulla nostra sinistra, si nota un gruppo di tre vani di soggiorno:un vano absidato centrale da cui si accede a due vani poligonali.
Ritornando nel viridarium, notiamo, sul lato opposto, e quindi a nord, una serie di muretti: è ciò che rimane degli abitacoli usati come vani di servizio, tra cui è il pozzo. Al di là della serie dei piccoli vani adibiti ai servizi v’era l’entrata alla villa da cui partiva la strada che separava il settore A dal settore B.
A sud del peristilio si apriva una serie di cinque vani. Il primo, disgiunto dai precedenti, era probabilmente una saletta da soggiorno (diaeta): era ornato di un pavimento musivo di cui restano solo due riquadri con amorini che intrecciano ghirlande e compongono festoni di frutta, allegorie della primavera e dell’estate, sicuramente completate, nei due riquadri mancanti, dalle allegorie dell’autunno e dell’inverno. Gli altri quattro vani costituivano un piccolo complesso termale: il primo era una stanza in cui ci si riposava prima e dopo il bagno (nella parte centrale vi sono frammenti di una figura maschile in un paesaggio bucolico); il secondo funzionava da atrio; il terzo probabilmente era un locale dove si godevano i vapori caldi come in una sauna; nel quarto v’era la vasca.
Il sistema termico era costituito da hypocausta, cioè da cunicoli sotterranei dove scorreva l’aria calda per riscaldare le stanze soprastanti. Il riscaldamento dell’aria veniva attuato da un forno di cui è visibile il praefornium, la stanza dove uno schiavo sorvegliava e riforniva di combustibile il forno.
Per avere un’idea complessiva della villa, occorre considerare che le pareti erano dipinte a vivaci colori; su di esse figuravano vari motivi, di cui abbiamo alcuni esempi lungo il muro a ovest del peristilio (su fondo bianco si notano greche rosse e fiori stilizzati) e nel primo vano del piccolo complesso termale ove si vedono parti di pittura parietale su fondo nero.
La villa del settore A venne alla luce durante gli anni 1921-23 e fu restaurata solo nel 1928-30, quando i mosaici e le strutture avevano già subito un grave deterioramento. Nelle aree immediatamente a sud e a ovest del settore A, la costruzione di complessi condominiali, avvenuta all’inizio degli anni ’60, recò un gravissimo danno alla zona archeologica.
Un tentativo di dissennata speculazione edilizia fu fatto dieci anni dopo, nel 1970. Le ruspe danneggiarono il settore C prima che si potesse intervenire per sospendere i lavori: tratti di parenti dipinte e mosaici, frantumati e ridotti dalle ruspe a polverose macerie, furono gettati in lontane discariche.
IL SETTORE B
Il settore B fu soggetto, in età romana, a varie trasformazioni, dall’età augustea sino alla fine del IV secolo d.C., se non addirittura all’inizio del V secolo d.C.
In questo settore si osservano vari locali il cui asse direzionale è disposto da est a ovest, come quello del settore A. Gli ambienti residenziali a nord hanno mosaici geometrici il cui stile è collegabile con quello dei mosaici del settore A.
Risalgono quindi alla fine del III secolo o inizio del IV secolo dopo Cristo. Successivamente, alla fine del IV secolo, vi fu una ristrutturazione in questo settore, nella parte sud: si notano alcuni ambienti disposti attorno ad un abside che era al termine di una grande sala probabilmente rettangolare, di cui fino ad ora si conosce solo un piccolo tratto. L’abside era pavimentata con piastrelle romboidali che formano un disegno di cubi visti in prospettiva. Lo stesso motivo proseguiva con piastrelle policrome nella sala che doveva giungere sino alla spiaggia. Probabilmente si trattava di un’aula di non modeste proporzioni adibite a riunioni aventi lo scopo di svago, a luogo di tranquille conversazioni tra amici e quindi collegata con le funzioni termali che risultano abbastanza evidenti dal complesso sistema di riscaldamento. Alcuni fanno l’ipotesi che questa sala absidata sia stata costruita per il culto cristiano cui si dedicavano persone appartenenti a ricche famiglie.
Si consideri, però, che a quell’epoca (ca. 390 d.C.) era vescovo di Brescia S.Gaudenzio dalle cui omelie si ricava che il cristianesimo s’era diffuso in città fra i gruppi più poveri della popolazione mentre la maggioranza, gente benestante e colta, continuava a dare la sua adesione alla religione pagana
IL SETTORE C
Il settore C è stato fra i più danneggiati dagli interventi di sterramento effettuati negli anni Settanta. Questo nuovo edificio, orientato anch’esso da est ad ovest, aveva vani con pavimentazione in lastre marmoree e impianti di riscaldamento sia sotto i pavimenti, sia nelle intercapedini delle pareti. Ci troviamo molto probabilmente dinanzi a locali con funzioni termali.
L’ANTIQUARIUM
All’ingresso della villa è sistemato un piccolo museo che in tre sale espone materiali provenienti dagli scavi: fra questi vi sono resti di statue e di ritratti molto interessanti oltre a un frantoio per la spremitura di uva o di olive. Un pozzetto permette di vedere un ipocausto, cioè una camera calorifera sotterranea che faceva parte di una serie di ambienti con pilastrini di mattoni (suspensurae) su cui poggiava il pavimento. Questi ambienti sono riferibili all’epoca augustea.
In chi visita la villa romana di Desenzano sorge spontanea una domanda. Il visitatore si chiede dove gli abitanti della villa dormissero, mangiassero abitualmente, sbrigassero i loro affari comuni; dove fossero la cucina, i magazzini, le cantine, le stanze della servitù. Nel settore A vi sono solo stanze riservate allo svago: un giardino interno rinfrescato da una fontana e da acque correnti e una grande sala, abbellita con mosaici e pareti dipinte, da cui si usciva in un cortile che aveva ai lati un portico per la passeggiata. Dal portico si entrava in un piccolo complesso termale, una sauna privata, oppure, attraverso un ambiente a forma di ottagono, si giungeva alla spiaggia.
Il settore A della villa di Desenzano, quella che oggi si presenta con una organica ristrutturazione visibile e appartenente ad un periodo che si aggira attorno al 300-330 d.C., si ampliava probabilmente con altri locali nella parte sud e ovest, quella cancellata dagli interventi edilizi degli anni ’60. E’ un’ipotesi avvalorata da alcuni scavi fatti in occasione di una recente ristrutturazione di uno stabile al termine di via Crocifisso, di fronte all’ufficio postale. Inoltre si può prendere in considerazione questa ipotesi se si pensa che subito dopo i lavori di escavazione compiuti per la costruzione di condomini, lavori eseguiti velocemente di notte, si parlò, anche sulla stampa, di reperti antichi trovati, caricati su camion e fatti sparire col favore delle tenebre.
Rimane ancora non chiaro il rapporto del settore A con il settore B, tra loro separati da uno spazio che sembra essere stata una strada. Non si riesce, per esempio, a capire come alcune decine di anni più tardi, pare verso la fine del secolo, in un’epoca in cui presumibilmente esisteva ancora ed era abitato il settore A, si costruisse un’altra grande sala absidata di rappresentanza oltre a quella già esistente, ammesso che i due settori formassero un tutto organico.
Siamo in presenza di un’altra villa? Oppure di uno stabilimento termale, come sembra più probabile?
Info:
VILLA ROMANA DI DESENZANO – Via Crocefisso,22 tel. 9143547
ORARIO DI APERTURA:
Dal 1° MARZO al 14 OTTOBRE: feriali: dalle 8,30 alle 19,00; festivi: dalle 9.00 alle 17,30
Dal 15 OTTOBRE al 28 FEBBRAIO: feriali: dalle 8,30 alle 16,30; festivi: dalle 9,00 alle 16,30.
CHIUSO: Il LUNEDI’ (se non festivo, altrimenti il martedì o -comunque- il primo giorno successivo se non festivo) 1° GENNAIO – 1° MAGGIO – 25 DICEMBRE.
Cronologia: Arch. Romana