La Dalmazia continua a regalare sorprese agli archeologi. L’ultima scoperta è quella registrata sulla penisola di Sabbioncello (Peljesac), nel meridione della regione adriatica. E’ stato il sito di Nakpvana, sempre generoso nel far riemergere testimonianze di anche oltre venti secoli fa, a far scoprire agli esperti tracce della campagna bellica condotta contro le comunità illiriche da Ottaviano Augusto, che poi sarebbe appunto diventato il primo imperatore romano guidando l’impero dal 27 a.C. al 14 d.C.
Le ricerche hanno confermato un’intensa attività militare romana nella penisola attività databile agli ultimi decenno del primo secolo a.C. In località Grad (Città) sono stati rinvenuti resti che attestano inequivocabilmente una battaglia, ovvero per l’esattezza l’assedio al castelliere. Un centinaio i reperti che sono stati riportati in superficie: porzioni di armi romane, fibbie, equipaggiamento militare, biglie di piombo che venivano scagliate da speciali fionde e anche pezzi di monete romane.
Secondo gli esperti, il castelliere di Grad fu il teatro – negli anni 35-33 a.C. – di un aspro combattimento condotto dalle legioni di Ottaviano contro gli Illiri, che cercavano di sottrarsi in ogni modo alla dominazione di Roma. La campagna bellica dell’allora futuro imperatore si tenne poco prima che avesse inizio la guerra di Ottaviano contro Marco Antonio e Cleopatra. L’intento di Ottaviano era di ridurre alla ragione le bellicose trobù illiriche lungo le coste orientali dell’Adriatico, campagna cominciata nel 35 a.C. e che si protrasse per un paio d’anni, il tempo che sarebbe bastato per sottomettere le popolazioni locali.
I risultati degli scavi sono stati presentati al congresso archeologico internazionale sui confini dell’Impero di Roma che si è tenuto nella città di olandese di Nijmegen. A illustrare quanto realizzato sono stati Hrovoje Potrebica, docente alla facoltà di Filosofia di Zagabria, con Marko Dizdar e Domagoj Perkic, direttori rispettivamente dei Musei di archeologia di Zagabria e Ragusa (Dubrovnik), e Ivan Pamic, responsabile del Centro interpretativo di Nakovana.
Oltre ai resti della battaglia, gli archeologi hanno rinvenuto anfore e altro materiale non bellico, segno che in quegli anni gli Illiri si rifugiavano a Grad. L’assedio, attuato con armi a lunga gittata, vide i Romani fiaccare la resistenza degli avversari, sconfitti anche da sete e fame.
E’ stato accertato anche che i soldati romani profanarono diverse tombe nei dintorni di Grad, rubando gli oggetti di valore sepolti assieme ai defunti. Saranno ora necessari ulteriori scavi, ma sin da oggi si può dedurre – è questa la conclusione degli esperti – che i Romani abbiano battuto gli Illiri conquistando Grad, dopo di che per secoli nella zona di Nakovana non vi fu vita. Solo intorno alla metà del IV sec. d.C. Grad divenne il rifugio della popolazione romana che viveva a Sabbioncello e scappava dalle invasioni dei barbari.
Le ricerche archeologiche vengono effettuate anche quest’anno grazie al contributo finanziario del Comune di Sabbioncello (Orebic), con il supporto di Larta Kalebota del Museo civico di Curzola e dell’archeologo sloveno Borut Kriz.
Autore: Andrea Marsanich
Fonte: www.ilpiccolo.gelocal.it, 12 set 2022