Cent’anni di scavi intorno alla celebre colonna sul mare, unica sopravvissuta del grande tempio dorico di Hera Lacinia, hanno prodotto una quantità di reperti conservati nel Museo archeologico Nazionale di Crotone (dal 1968) e, dal 2006, in quello Nazionale di Capo Colonna (poco lontano dalla città).
I due musei si integrano: dedicati alla cultura della Magna Grecia, al culto di Hera e al simbolo della città, Pitagora.
I pezzi esposti più famosi vengono da un solo, fortunato giorno di scavi: 25 giugno 1987. Tra quei 47 reperti, importanti bronzetti e una splendida corona d’oro (VI secolo a.C.), simbolo del museo di Crotone. 12mila i visitatori (a pagamento) in città, circa 20mila a Capo Colonna (gratuito).
I due edifici sono nati come musei. Quello in città, accanto al castello (in eterno restauro) ha spazi più ridotti, ma depositi generosi e ben protetti per le migliaia di oggetti non esposti. È stato riallestito tra il 2000 e il 2005.
L’altro ha solo tre anni: un unico piano che si espande con armonia nella macchia mediterranea con i suoi 3mila mq accanto al parco archeologico di Capo Colonna. L’energia viene da 200 mq di pannelli fotovoltaici.
In entrambi buona pulizia e manutenzione.
Per pareti e bagni, a Crotone, serve qualche ritocco.
L’accesso. Crotone: ingresso disadorno ma funzionale, affacciato su una piazzetta con edifici fatiscenti e parcheggio selvaggio. Manca la segnaletica per raggiungerlo. Biglietto 2 euro. Aperto 9-19.30 (chiuso lunedì). Mancano guardaroba, audioguide, dépliant. Ottimi e numerosi i pannelli didattici nelle sale (la maggior parte soltanto in italiano).
Capo Colonna: ingresso gratuito, grandi spazi d’accoglienza, percorso aperto a sezioni (la Terra, il Sacro, il Mare). Orario 9-13, 15.30-19. Anche qui niente dépliant ma pannelli didattici ovunque (purtroppo solo in italiano).
Info per entrambi i musei: 0962.23082.
Siti Internet scarni ma chiari.
La visibilità: tutto aperto e visibile (anche ai disabili) nei due musei. A Capo Colonna tanti gli oggetti distribuiti in grandi vetrine o spazi aperti: vasi greci, reperti romani, bronzi (prezioso l’elmo corinzio) e il marmo di Amore e Psiche (III secolo d.C.). Rare monete d’oro e le 649 della zecca di Napoli (datate 1637) ripescate nel mare davanti al museo.
Sala congressi, spazi per proiezioni e conferenze. A Crotone, ottima la presentazione del tesoro di Hera in vetrine moderne. Blindata quella della famosa Corona d’oro. L’illuminazione ben calibrata quasi ovunque nei due musei, tra luce esterna (schermata) e illuminazione artificiale. Qualche disarmonia al primo piano di Crotone, dove la forza della luce al neon abbaglia e produce troppi riflessi.
A Crotone i custodi accendono la luce del museo soltanto all’ingresso dei visitatori per risparmiare. Mancano fondi.
I custodi. Vestiti casual, troppo pochi (specialmente a Capo Colonna), gentili e informati a Crotone dove a volte accompagnano i visitatori nelle sale. Videosorveglianza aggiornata, presente ovunque.
La toilette. Numerose, spaziose, pulite a Capo Colonna; più modeste a Crotone. Anche per disabili.
Il bookshop. Assente in entrambi i musei, nonostante gli spazi disponibili. Lamentele sul libro dei visitatori. Situazione aggravata dalla mancanza di ogni strumento scritto (eccetto i pannelli). Niente cataloghi, brochure, cartoline ecc. A Crotone, esposti pochi libri solo per consultazione. Librerie lontane.
L’ascensore. A Capo Colonna, non serve: c’è soltanto il vasto pianterreno. A Crotone è nuovo ma riservato ai disabili (si tratta però di una sola rampa di scale).
La caffetteria. Assente nei due musei. A Crotone macchina distributrice di bevande e snack.
Bar non vicinissimi.
Fonte: Il Giornale dell’Arte 01/07/2009
Autore: Tina Lepri
Cronologia: Arch. della Magna Grecia