Le viscere della Dalmazia, archeologicamente parlando, non finiscono di stupire, di riservare grosse e piacevoli sorprese. Il noto archeologo croato Grga Novak, nel 1923, era stato il primo a scoprire tracce millenarie di attività umana nella grotta Ratina špilja, situata nell’isoletta di Torcola, posizionata a poca distanza dall’isola di Lesina, nella Dalmazia centrale (Croazia). I rinvenimenti di Novak avevano riguardato frammenti di vasellame prodotto nell’età del ferro.
Cento anni più tardi, anzi qualcosina in più, gli archeologi della ditta Kantharos di Lesina si sono impegnati in scavi a Torcola, sempre nella Ratina špilja, riportando in superficie reperti del Neolitico antico, stando a quanto concluso dagli esperti grazie alla datazione al radiocarbonio.
In pratica, la presenza dell’uomo in questa piccola isola (8,36 chilometri quadrati) si sarebbe avuta ben 3 mila anni prima di quanto si era in precedenza creduto. In buona sostanza, i ricercatori hanno rinvenuto 250 pezzi di vasellame e 4 manufatti in selce che risalgono al 5.000 – 4.300 a. C. Oltre a questi oggetti, gli archeologi isolani hanno trovato pure 97 ossa di animali e 109 tra conchiglie e lumache di mare, segno dell’alimentazione umana di circa 7 mila anni fa.
Va rilevato che le ricerche, finanziate congiuntamente dal comune di Gelsa e dall’associazione Amici di Torcola, hanno riguardato una piccola area della citata grotta, confermatasi quale scrigno plurimillenario e scelta dai nostri antenati perché rappresentava evidentemente un rifugio sicuro, dove vivere e lavorare. Lo spazio su cui hanno operato i ricercatori è di dimensioni 1,5 per 1,5 metri, il che fa pensare che l’anfratto potrebbe nascondere altre preziosissime informazioni, con reperti magari ancora più antichi. Certo è che le decorazioni del vasellame sono identiche ai manufatti rinvenuti nella grotta Grapčeva špilja, nella vicina isola di Lesina, che rappresenta uno dei più importanti siti archeologici dell’Adriatico orientale.
Se a ciò aggiungiamo che la selce, in base ad analisi preliminari, risulta portata a Torcola da altri luoghi della regione insulare adriatica o anche dalla terraferma, ne deriva che già tante migliaia di anni or sono c’era una fitta rete di rapporti commerciali che riguardavano Lesina, Curzola, Sabbioncello e una vasta area del mare. In pratica si può dire che Torcola era toccata da rotte adriatiche, proponendosi quale centro chiave delle comunicazioni e del commercio delle comunità arcaiche. Gli scavi hanno dunque confermato che la Ratina špilja è stata abitata dagli umani per un lungo periodo, il che rende necessaria la prosecuzione delle ricerche in questa caverna, nella speranza di arrivare ad altre scoperte.
Autore: Andrea Marsanich
Fonte: ilnordest.it 2 marzo 2025