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CRETA (Grecia). Scoperta un’Antica tomba Minoica grazie a una perdita d’Acqua.

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Capita a volte che una serie di circostanze del tutto casuali portino a scoperte sorprendenti: un tubo di irrigazione rotto, per esempio, ha contribuito a rendere un po’ troppo soffice la terra intorno a un ulivo. Quando il contadino, proprietario dell’appezzamento, è andato a parcheggiare la sua auto sotto l’albero, il terreno ha ceduto e si è aperta una buca di circa un metro di diametro.
Dopo aver sbirciato nella fossa, l’uomo ha immediatamente capito di aver trovato “una cosa meravigliosa”, almeno dal punto di vista archeologico.
Tutto questo è successo a Creta, nel piccolo villaggio di Rousses, vicino a Ierapetra, nel mese di agosto di quest’anno. Per circa 3400 anni, sepolti tra il 1400 e il 1200 a.C, due uomini hanno riposato indisturbati in una tomba scavata nel terreno, divisa in tre camere, e poi sigillata con una copertura di argilla. La scoperta risulta preziosa perché la tomba è rimasta intatta nei millenni, e probabilmente sarebbe rimasta tale se non fosse stato per quel tubo di irrigazione rotto…
CRETALa tomba, che è larga circa un metro e venti per due e mezzo di profondità, conteneva due piccole bare di argilla, una con coperchio e una aperta, tradizionalmente usate nella civiltà minoica durante l’Età del Bronzo. Attorno, praticamente intatti, c’erano molti vasi funerari colorati, dimostrazione dell’elevato status sociale dei defunti, che forse appartenevano a una famiglia benestante, ma non ricchissima, considerando il tipo di sepoltura non troppo elaborata.
Il vice-sindaco delle comunità locali, Argyris Pantazis si dichiara particolarmente soddisfatto della scoperta, perché rappresenta “una risposta a tutti coloro che dubitano che ci siano stati dei minoici a Ierapetra”. In effetti, gli insediamenti minoici finora ritrovati si trovano in aree pianeggianti di Creta, anziché in regioni montuose come quella dove sorge Ierapetra. La scoperta della tomba, insieme a quella di una dimora minoica risalente all’incirca allo stesso periodo (1600/1400 a.C.), avvenuta nel 2012 nella stessa regione, pare testimoniare la diffusione di quell’antica civiltà sull’isola di Creta.
La civiltà minoica, della quale si sa ancora molto poco, è famosa soprattutto per i suoi labirintici “palazzi”, come quello di Cnosso, testimonianza “di una sofisticata cultura cretese e possibile sito del leggendario labirinto, e palazzo del re Minosse” (Mark Cartwright), probabile ispirazione del mito di Teseo e del Minotauro, mostruosa e feroce creatura con il corpo di uomo e la testa di toro.
Narra la leggenda che Minosse (figlio del dio Zeus), re di Creta, abbia chiesto in regalo a Poseidone, dio del mare, un toro da sacrificare in suo onore. Il dio gli mandò una bestia talmente bella che il sovrano decise di tenerla per sé, immolando un altro animale. Mal gliene incolse, perché Poseidone si vendicò facendo innamorare del toro la regina Pasifae, moglie di Minosse.
Dedalo, l’architetto che costruì il labirinto di Cnosso, preparò per la regina una giovenca di legno, grazie alla quale Pasifae riuscì ad unirsi carnalmente con il toro: così nacque il Minotauro, che aggrediva e mangiava tutti coloro che si avventuravano nel labirinto dove Minosse lo aveva rinchiuso.
L’eroe ateniese Teseo, aiutato da Arianna e dal suo leggendario filo (che gli consentì di ritrovare l’uscita dal labirinto), riuscì a uccidere il mostro. La leggenda non ha però un lieto fine, perché gli dei si mettevano sempre di mezzo: Teseo, navigando verso Atene, abbandonò Arianna su un’isola, forse per ordine del dio Dioniso, innamorato della ragazza. Poseidone d’altro canto, adirato per il comportamento di Teseo, scatenò una tempesta che lacerò le vele bianche della nave dell’eroe, costretto a issare quelle nere, simbolo di sconfitta. Suo padre, il re Egeo, vedendo avvicinarsi la nave con le vele nere, pensò che il figlio fosse stato divorato dal Minotauro e si gettò in quel mare che da allora porta il suo nome.
La civiltà minoica scomparve abbastanza repentinamente, forse a causa di una serie di catastrofi naturali, come la devastante eruzione vulcanica di Thera (l’attuale Santorini) che provocò terremoti e tsunami. La straordinaria civiltà che aveva reso Creta un’isola ricchissima e fiorente, ormai troppo indebolita, dovette arrendersi all’avanzare dei bellicosi Micenei, lo stesso popolo che distrusse Troia.

Autore: Annalisa Lo Monaco

Fonte: vanillamagazine.it, nov 2019

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