Restituiti dalla Guardia di Finanza al patrimonio culturale di Crema monete, oggetti antichi e residui bellici. I molti reperti d’interesse storico e archeologico sono stati sequestrati dai finanzieri della Tenenza di Crema lo scorso anno, rinvenuti all’interno di un’abitazione privata adibita a museo e poi sottoposti al vaglio della Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia.
I beni sono il frutto di anni di ricerche personali svolte da un cittadino della Provincia di Cremona, appassionato di monete e armi. La persona in questione, senza l’autorizzazione del Ministero dei Beni culturali e in violazione della normativa nazionale in materia, le aveva recuperate illegalmente senza denunciarne la scoperta e in parte le aveva commercializzate via internet. Quando i finanzieri sono entrati nell’abitazione, si sono trovati di fronte a un vero e proprio museo privato. Scoperta prima di tutto una collezione di 1.351 monete antiche di epoca romana tardo repubblicana e augustea (datate tra il II – I secolo a.C. e III – V secolo d.C.), medievale, post medievale e contemporanea che, come confermato dalle perizie eseguite dalla Soprintendenza, presentano tutte le caratteristiche della moneta circolante in Lombardia e nello specifico nella Provincia di Cremona, dall’età romana a oggi. Inoltre, sono stati catalogati circa 500 reperti metallici risalenti alla prima metà del X secolo a.C. e alla tarda età romana (IV – V secolo d.C.): fibule bronzee, anelli, punte da balestra, pesi di piombo a forma di testa femminile, medagliette devozionali, nonché un piatto che risale al V secolo a.C. e due anfore riferibili alla produzione attica o magnogreca e provenienti da scavi clandestini nell’Italia meridionale. Il Comando logistico dell’Esercito Nord e un consulente esperto di esplosivi hanno invece certificato l’autenticità degli oltre mille residui bellici sequestrati fra proiettili in piombo, ogive e palle di cannone di produzione piemontese, austriaca e francese risalenti all’epoca napoleonica e alle battaglie risorgimentali; oltre a 40 elmetti, bombe a mano e da fucile e pallettoni in piombo usati durante la Prima Guerra mondiale.
Al termine della vicenda processuale, il Pubblico ministero della Procura di Cremona, Lisa Saccaro (che ha coordinato le indagini) ha disposto che i beni venissero restituiti al Ministero dei Beni e delle Attività culturali affinché potessero rientrare nel patrimonio archeologico nazionale. In sinergia con l’amministrazione comunale e su proposta della Tenenza della guardia di Finanza di Crema, la Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia ha concesso l’autorizzazione affinché i reperti fossero affidati al museo civico di Crema e del Cremasco, dove c’è stata la cerimonia di consegna, da parte del Tenente Naiquè Palla – Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Crema al sindaco, Stefania Bonaldi.
Autore: Sara Riboldi
Fonte: www.quotidianoarte.it, 12 nov 2015