La scoperta di 23 sepolture d’epoca romana che documentano l’uso della cremazione e dell’inumazione è il risultato della campagna di scavo che si sta concludendo a Coseano e che ha visto collaborare la Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, l’amministrazione comunale e l’associazione Opera 42.
Ieri in municipio è stato presentato l’eccezionale contesto funerario rurale rinvenuto in località Coseanetto, una delle aree funerarie più estese del retroterra aquileiese, da mettersi in relazione con un insediamento verosimilmente collocato poco distante, occupato senza soluzione di continuità tra il I e il IV secolo d.C.
Il sindaco Del Negro, plaudendo al lavoro della Soprintendenza e dei volontari che hanno collaborato attivamente agli scavi, ha introdotto le relatrici.
«Il sito, noto da tempo – ha detto la dottoressa Vitri -, era stato già in parte indagato nel 2005. I risultati dell’attuale campagna sono particolarmente interessanti: la necropoli è una delle poche interamente scavate del Medio Friuli».
Alla dottoressa Cividini, poi, il compito di tracciare un excursus sulla storia del luogo: «quello di Coseano – ha spiegato – è un territorio ricco: abbiamo 32 siti archeologici che portano a ricostruire un popolamento diffuso durante tutto il periodo romano. Altri segni fanno leggere la presenza dei Romani come quelli che ricollegano alla centuriazione: ad esempio, la strada Rodeano-Coseano ripercorre la pianificazione adottata dai Romani nelle prime fasi della loro occupazione. Abbiamo la Villa del Cristo, l’insediamento di Barazzetto, siti a Cisterna, a Coseanetto. Interessante la continuità insediativa che differenzia l’area».
La dottoressa Mandruzzato ha, quindi, illustrato il “Sepolcreto rurale di Coseano”: «sono state scoperte 23 sepolture di epoca romana a conferma della presenza di un sepolcreto con rituale misto: inumazione e incinerazione. Sono tombe abbastanza ricche, con manufatti in ceramica, in vetro, pochi in metallo. Nel settore centro settentrionale sono state rinvenute attestazioni relative al rito della cremazione, inquadrabile entro la prima metà del II secolo d.C.: 19 tombe che contengono resti di incinerati, deposti in fosse terragne, di forma rettangolare. Per quanto riguarda le tombe ad inumazione, databili a partire dal II-III secolo d.C., è interessante il rinvenimento di una struttura in muratura al cui interno giacevano i resti di ben quattro inumati, deposti in momenti successivi a testimoniare il riutilizzo della tomba stessa».
Si ipotizza, grazie alle osservazioni della dottoressa Travan della facoltà di medicina dell’Università di Udine, che uno degli inumati fosse una donna d’età matura.
Gli altri scheletri sono in corso di studio.
Autore: Raffaella Sialino
Fonte: Messaggero Veneto — 07 luglio 2010.
Il sepolcreto sarà di nuovo interrato.
Sarà completamente coperta tutta la superficie dello scavo nelle campagne di Coseanetto, dove è stata portata alla luce una vasta area funeraria che ha rivelato 23 tombe (a inumazione e incenerimento) risalenti al periodo tra il I e il IV secolo dopo Cristo.
Il Comune ha posto un severo vincolo urbanistico al fine di salvaguardare l’area e i suoi contenuti, che sono stati minuziosamente catalogati e fotografati nell’ambito della campagna di scavi condotta dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia e dall’associazione Opera 42 con i suoi volontari.
Ad avere l’intuizione di quanto il terreno poteva nascondere è stato negli scorsi anni Luigi Asquini, infermiere in pensione, che ha sempre coltivato la curiosità e l’interesse per il lontano passato e i suoi tesori disseminati tra i campi arati (selci, pezzi di cotto derivanti da vasi o urne cinerarie, ceramiche, monete, esposti in una bacheca nel Comune di Coseano).
Sono suoi i primi ritrovamenti che hanno portato all’individuazione del Sepolcreto, dove nel 2005 è stato condotto un primo scavo in cui sono emerse una tomba in muratura e una vicina per cremazione.
Una decina le sepolture che hanno rivelato successivamente la presenza di scheletri abbastanza ben conservati, in particolare i teschi e altri elementi che hanno permesso la datazione delle tombe.
Altre sepolture invece testimoniano il rito della cremazione, con i resti deposti dentro semplici fosse, alcune delle quali rivestite sul fondo con piccoli ciottoli fluviali.
Ora dunque calerà il sipario sul sito di Coseanetto e i suoi preziosi ritrovamenti, che ci raccontano un altro pezzo della nostra storia più antica.
Autore: Giovanni Melchior
Fonte: Messaggero Veneto — 10 luglio 2010.