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CONTRONE (Sa). Controne nell’alto medioevo longobardo: “figlio” di Lucca e Benevento, adottato da Corleto.

controne

Il Comune di Controne, nella provincia di Salerno, è ai piedi del versante nord-ovest dei monti Alburni, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano, e Monti Alburni. E’ un borgo di 750 abitanti, con un’estensione territoriale di appena 8 kmq, ma ha una lunga ed importante storia medievale, sebbene per gran parte ancora poco nota e poco esplorata.

Il borgo storico è a circa 200 m slm, aperto sulla valle tra Serre e Altavilla Silentina in cui il fiume Calore compie gli ultimi sforzi prima di congiungersi al fiume Sele. Controne beneficia dunque di terre ben esposte, fertili, a ridosso di montagne boscose e allo stesso tempo aperta su piane alluvionali che hanno favorito uno sviluppo agricolo e forestale che hanno definito la sua primaria identità moderna. Ma nessuno ancora ha esplorato quella che credo sia stata la sua identità medievale più ancestrale, cioè militare, di strategico sbarramento longobardo di retroguardia funzionale a quello di Serre che proteggeva la sede della contea a Corleto, l’attuale Corleto Monforte, a circa 16 km in linea d’aria da Controne in direzione sud-est.

Ipotizzando le vie di comunicazione principali tra la contea di Corleto e il ducato di Benevento nei secoli VI-X, la strada più diretta da Corleto a Benevento era attraversando il fiume Sele all’altezza di Serre, passando da Controne. Questa strada era una diramazione interna della via consolare romana Popilia, il cui controllo fu ragione di incastellamento dell’intera area degli Alburni e del vallo di Diano, porte di ingresso e di uscita della via Popilia tra Lucania e Bruzi.

Da tali considerazioni, è facile intuire che l’intera area in oggetto fu estremamente strategica per il ducato di Benevento, da un punto di vista militare e commerciale, e sia in una prima fase di conquista e di espansione verso il sud Italia (571-850), sia poi nella fase di declino e atrofizzazione (570-1077) a seguito della separazione dai ducati di Capua e di Salerno. Di riflesso, la contea longobarda di Corleto deve aver avuto un ruolo strategico militare e politico, oltre che economico, di inimmaginabile valore durante la fase di espansione di Benevento, ed è in questi secoli che deve aver conosciuto la sua massima espansione territoriale, ed il massimo potere politico, militare, ed economico. In ogni caso, la sua storia deve essere stata sempre molto legata a quella della corte beneventana, anche quando sulla carta appartenne al principato di Salerno. I rapporti diretti e privilegiati tra la contea di Corleto ed i nobili longobardi di Benevento non devono essere mai stati interrotti del tutto, ed inevitabilmente devono aver influenzato anche la storia di Controne.

Ma cosa si racconta oggi di Controne medievale? Beh, ben poco, e ignorando completamente i secoli altomedievali. Da mie ricerche sulla Corleto longobarda [Thomas allocca (2024)] nell’ambito del progetto MWA Museums [Thomas Allocca (December 2024)] è emersa invece l’ipotesi che Controne ebbe un ruolo estremamente importante per Corleto, e che oltre ad essere retroguardia militare alle chiuse di Serre, fu un importante porto fluviale sul Calore. Ho individuato l’area dove potrebbe essersi sviluppato l’insediamento portuale, che probabilmente ha anche una necropoli, a controllo di uno degli almeno quattro attracchi fluviali che ho ipotizzato, prima di quello di Serre, e dopo quelli di Fasanella in territorio dell’attuale Sant’Angelo a Fasanella, e Castel San Lorenzo.

Ho datato l’incastellamento longobardo di Corleto tra gli anni 572-574, per cui l’incastellamento di Controne si potrebbe datare a questi anni, o comunque non oltre la fine del secolo VI. Ma con una così lunga storia ed un così importante ruolo, mi sono chiesto, per quale ragione il borgo resta così limitato? Ho ipotizzato che a ridosso della fase di decadenza del ducato di Benevento a causa della conquista franca e la scissione da Capua e Salerno, dunque tra fine VIII e metà IX secolo, con inevitabili conseguenze anche per la contea di Corleto, l’insediamento di Controne subì una drastica contrazione, per poi tornare ad essere abitato da diversa comunità e diversa funzione.

Ma a quale epoca potrebbe essere ascrivibile il ripopolamento? E con quale funzione? Di certo, qualunque sia stata la causa dello spopolamento, terremoto, epidemia, guerra, e qualunque sia stata l’origine della nuova comunità, si poteva rinunciare alla funzione di presidio militare come retroguardia a Serre, ma l’attracco fluviale era di utilità primaria, e non facilmente sostituibile lungo un fiume che nei periodi di piena torrenziale era famoso per essere spaventosamente imprevedibile e distruttivo. Inoltre, i porti fluviali sono spesso anche doganali, risorsa economica di riscossione per tasse di scambi commerciali e per tasse di passaggio o di attracco [Alessandro Di Muro (2020), chapter 2]. Il ripopolamento è dunque avvenuto molto presto, probabilmente entro la fine del IX secolo, ma la funzione militare si deve essere persa, sviluppando soprattutto quella portuale e doganale.

Nella sua massima espansione, il ducato di Benevento è stato il più esteso e potente del regno longobardo, il più importante della Langobardia Minor, mentre nella Langobardia Major al fianco dei ducati più antichi e prestigiosi vi era il ducato di Lucca, con grande esperienza fluviale e doganale. Ho provato ad immaginare un nobile longobardo del ducato di Lucca, al tempo della conquista d’Italia da parte dei Franchi nel 774, che abituato ad una vita da longobardo, con possedimenti e gente al mio seguito, deve d’improvviso pensare, parlare, agire, vivere da Franco. Un contadino si adatta, e non può fare diversamente. Ma un nobile, con stirpe guerriera, possidente, lo fa con più difficoltà. E’ il motivo per cui molti nobili della Langobardia Major tra la fine del secolo VIII e l’inizio del IX preferiscono migrare nel sud Italia, abbandonare le proprie terre pur di continuare ad essere longobardi nell’unico territorio rimasto longobardo, il ducato di Benevento. Chiedono di essere integrati al ducato di Benevento che si è dissociato dai Franchi e tale resterà per altri tre secoli fino alla conquista normanna. Se in tale contesto storico di fine VIII e inizio IX secolo la mia ipotesi è ciò che avvenne, Controne ritorna a nascere in questi anni grazie ad un ripopolamento non locale, ma di una fara longobarda migrata nella contea di Corleto proveniente dal ducato di Lucca, su concessione del ducato di Benevento.

Queste migrazioni hanno contribuito ad arricchire e rafforzare politicamente, militarmente, ed economicamente, un ducato già potente. Il ducato di Benevento, che in quegli anni si autoproclama principato, non ha certamente accettato le integrazioni senza donazioni o contropartite in forma di favore e matrimoni misti a scopo ereditario, e a parte la disponibilità di maggiore forza lavoro e militare portata dalle fare del nord, anche parte dei patrimoni deve essere stata integrata. Non è dunque da escludere che in tale processo di migrazione-integrazione culturale e patrimoniale, anche le contee che hanno accolto le fare ne abbiano avuti vantaggi diversi, politico, militare, economico, e di forza lavoro, e matrimoni misti. E’ mia ipotesi che in modo particolare tra la fine del secolo VIII e l’inizio del IX, in coincidenza con l’avvio dell’inesorabile lento declino de ducato di Benevento che nel corso di due secoli porterà alla sua conquista da parte dei Normanni e la fine definitiva dei Longobardi d’Italia, nella contea di Corleto sia esplosa una particolare attività di sviluppo, in ogni settore, e che la fara toscana di Controne sia stata l’innesco.

Qualunque sia stata l’origine del nome Controne, e qualunque sia stato il nome di qualunque possibile insediamento pre-longobardo nella Controne salernitana, è mia ipotesi che Controne sul fiume Calore prende nome da una fara che si sposta da Controne sul fiume Lima, e rinomina il nuovo insediamento mantenendo lo stesso nome del borgo madre, perché vuole mantenere viva la memoria identitaria, e probabilmente mantenendo anche rapporti commerciali e diplomatici con le terre toscane, dove la storia di Controne continua con nomi diversi spezzata in più frazioni e riorganizzata intorno a Bagni di Lucca. La Controne toscana in effetti è scomparsa dai toponimi, avendone traccia nei suffissi, mentre la Controne campana è rimasta integra. Non escludo dunque l’ipotesi che la più lunga storia longobarda del ducato di Benevento abbia mantenuto non solo più integro il toponimo ma anche la genetica della popolazione locale. Sarebbe davvero interessante, a supporto della mia teoria, una comparazione genetica tra le due comunità.

Nel frattempo ho già trovato indizi che non mi lasciano dubbi sulle teorie avanzate. In diversi Comuni che furono territorio della contea di Corleto, ho trovato sculture lapidee antropomorfe e zoomorfe a funzione apotropaica di chiara epoca altomedievale. Le ho datate tra i secoli VIII e X, di certo appartenenti a materiale di spoglio di chiese longobarde di un’epoca religiosa e costruttiva fiorente. Ho analizzato lo stile iconografico e di incisione della pietra, e la ricerca mi ha condotto ai modelli dell’altare di Ratchis di Cividale del Friuli (circa 740) e alle sculture della pieve di San Cassiano, nella valle del fiume Lima, oggi frazione di Bagni di Lucca, in provincia di Lucca. La pieve è già nota nell’anno 772, e con mia sorpresa ho scoperto che l’antico borgo altomedievale a cui apparteneva la frazione era chiamato Controne, e il primo documento che lo cita è datato 758. Le date coincidono, i nomi coincidono, la storia coincide. Controne è il nucleo longobardo originale da cui si sono sviluppate tutte le frazioni di Bagni di Lucca, e qualunque sia stata l’origine del nome, non ho dubbi che suoi scalpellini hanno lavorato anche nella contea di Corleto, e se la mia teoria è giusta, furono scalpellini che venivano dalla fara di Controne sul Calore.

Le ricerche sono appena iniziate, e sto programmando una serie di indagini storiche di approfondimento anche negli archivi di Lucca, alla ricerca di evidenze che possano supportare la mia teoria, o che possano darmi maggiori indizi per investigazioni archeologiche. Controne è uno dei Comuni firmatari del progetto MWA Museums, ad oggi trentuno, e da questa ricerca si spera di poter coinvolgere anche Bagni di Lucca per investimenti in partnership e la creazione di un open-air museum con ricostruzioni in scala reale in entrambe le località, dove ognuno racconti anche della storia dell’altro territorio.

References
Thomas Allocca (2024), Krunatun. Corleto Monforte nell’alto medioevo longobardo, © the author, published by White Oak Arkitecture, Italy _ Thomas Allocca (December 2024), MWA Museums. I Custodi del Medioevo, Struttura Legno, n. 47, December 2024, © Web and Magazine, Milano, Italy _ Alessandro Di Muro (2020), La terra, il mercante e il sovrano. Economia e società nell’VIII secolo longobardo, published by Basilicata University Press, potenza, Italy

Testo e foto di Thomas Allocca
founder/director MWA Museums
http://www.whiteoak.it/mwa

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