Sotto la loggia del palazzo municipale di Concordia Sagittaria (Ve), l’antica Iulia Concordia, è stato ricostruito il monumento funerario che caratterizzava la necropoli romana riportata in luce in via San Pietro: un podio di blocchi in calcare di Aurisina composto da tre livelli, sulla sommità del quale sono stati posti i frammenti dei due sarcofagi principali in marmo proconnesio decorato. Due frammenti d’iscrizione hanno consentito di attribuire un nome ai destinatari delle due sepolture principali: il primo sarcofago era dedicato a un Titus Vettius, alto funzionario imperiale della colonia romana, il secondo a una donna, Regontia, probabilmente la moglie.
Il sepolcro della facoltosa coppia concordiese è databile a fine II sec. d.C., prima degli altri sarcofagi rinvenuti attorno. Due di questi, databili al III sec. d.C. di minori dimensioni rispetto a quelli sul podio, sono stati anch’essi restaurati ed esposti sotto la loggia; uno riporta l’iscrizione “il padre Publio Firmiteius Redentor al figlio dolcissimo che visse diciotto anni”.
L’intero complesso funerario, concepito come una sorta di sepolcreto familiare o clientelare, comunque luogo di sepoltura di una ricca committenza, fu costruito fuori dalle mura urbiche, ben visibile dalla via Annia che correva poco distante. I due sepolcri in pietra calcarea furono riutilizzati nel IV sec. come ossari. Nel corso del secolo successivo, dopo l’abbandono dell’area, il podio del monumento principale venne smontato per recuperare le parti metalliche (grappe) che tenevano insieme i blocchi, questo determinò la stessa dislocazione dei blocchi del basamento e la rottura dei due sarcofagi gemelli sopra il podio.
Il buono stato di conservazione del sepolcreto si deve ad alcune alluvioni che nel V sec. ricoprirono l’area di sedimenti, mettendola al riparo dai cavatori di pietra che in seguito avrebbero depredato il centro urbano dell’antica colonia romana.
Info: 0421270360
Fonte: Archeologia Viva, settembre/ottobre 2014
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