Il sito archeologico, in cui è rimasta sepolta la villa di Bocca delle Menate, fu scoperto da Nereo Alfieri, tra il 1958 ed il 1959, ma fu relegato al silenzio, per la sensazione suscitata dalle altre scoperte archeologiche circostanti.
Oggi, grazie al progetto transfrontaliero Italia-Croazia Value, anche la villa di Bocca delle Menate è tornata sotto i riflettori ed è oggetto di approfondite ricerche interdisciplinari, che coinvolgono, oltre al Comune lagunare e alla Soprintendenza, due dipartimenti universitari, quello di scienze umanistiche e quello di fisica e scienze della terra. …
Le ricerche, avviate da Alfieri nel secolo scorso, stanno proseguendo ora con nuovi interessanti elementi di studio, grazie soprattutto alla tecnologia avanzata,…
Il ricorso alla geognostica applicata, nell’arco di due settimane intense di attività, ha consentito di esaminare 10 ettari, nei pressi dell’impianto idrovoro di Valle Lepri.
«Con il metodo delle misurazioni geomagnetiche – ha detto Rizzo – siamo riusciti a rilevare la presenza di oggetti sepolti, ma abbiamo anche impiegato radar, antenne speciali e un drone per esaminare la forma e le geometrie del sottosuolo».
I magnetometri sono stati forniti dal Cnr. Il gruppo di lavoro dell’Università di Ferrara, formato da Jessica Clementi, Francesca Romana Fiano, Giacomo Fornasari e Matteo Lombardi, ha illustrato i frammenti venuti alla luce e oggetto di studio, tra i quali ceramiche di colore rosso, proprie delle mense romane, e anfore da trasporto, esempi del commercio di vino nel bacino del Mediterraneo.
Fonte: www.lanuovaferrara.gelocal.it, 25 apr 2021