Durante una delle visite guidate al Castello effettuate alla fine del mese scorso Luigi Moratti rinveniva e mi consegnava il curioso reperto raffigurato nelle foto di questo post.
Questo elemento che ai più può sembrare una massa informe in realtà è uno scarto di fornace ed è un elemento importante per cominciare a delineare un percorso sulla tipologia degli stadi insediativi della collina dove nel medioevo sarebbe stato edificato il castello.
Da un attento esame autoptico del pezzo si deduce sia un scarto di fornace relativo alla produzione di laterizi di epoca romana, in particolare di coppi usati in connessione con le tegole per la copertura dei tetti.
All’interno di una fornace durante la cottura, causa la non omogeneità del calore distribuito, si potevano creare degli stress alle pile di materiali che collassavano creando scarti di lavorazione che erano ammucchiati nei pressi degli impianti.
Nel nostro pezzo si vede chiaramente ancora la forma arcuata di uno dei coppi, gli altri sono, invece, divenuti una massa informe e non riconoscibile.
Questo oggetto è scuramente un indizio importante per poter attestare quasi con certezza, la presenza di un impianto produttivo di epoca romana sulla collina del castello; i futuri interventi di indagine potranno darci un quadro più esaustivo sulla cronologia e sulla tipologia degli insediamenti.
Questo va a collegarsi con i ritrovamenti di tutta l’area della valle del Sacco (Colle Bufalo, Grotte di Principotto, Colle San Quirico, ecc.) per la maggior parte individuati durante le ricognizioni del Gruppo Archeologico Toleriense deglli 1980/2000 ed in buona parte pubblicati nel testo allegato.
Autore: Angelo Luttazzi
Leggi tutto nell’allegato: Fictilia_et_lateres, di Angelo Luttazzi