L’area del castello di Piombinara quale parco archeologico di fruizione per i cittadini e, allo stesso tempo, sito di formazione permanente per gli studenti.
Il sindaco Silvano Moffa, intervenendo alla conferenza di presentazione degli scavi di Piombinara, ha illustrato le prospettive per l’importante zona archeologica. Osservando come il percorso condiviso in ambito scolastico-scientifico e comunale – con gli stage di scavi archeologici effettuati dagli studenti – abbia portato a risultati eccezionali, il Sindaco ha affermato che il Comune sta studiando un accesso diretto al sito dalla Casilina, per permetterne la fruizione alla cittadinanza e, con i piani già avviati e in corso di studio, offrire un motivo in più di riqualificazione del territorio e, in ambito più vasto, della Valle del Sacco”. Moffa ha, infatti, anticipato che l’amministrazione ha intenzione di aderire al Progetto di Arcus (la Società collegata al Ministero per i Beni e le Attività Culturali che sostiene e finanzia iniziative nel settore) e quindi sperare in un finanziamento ad hoc per la città.
Dell’importanza della proprietà pubblica del sito di Piombinara ha parlato il direttore dell’Antiquarium comunale Angelo Luttazzi, che ha affermato come proprio questa condizione abbia permesso, in primis, di realizzare il progetto che si andava ad illustrare. Interesse ed entusiasmo, soprattutto nei numerosi studenti dei licei di Colleferro-Segni e Agagni presenti in sala, hanno destato gli interventi degli archeologi Mario Ceccaroni, Tiziano Cinti, Mauro Lo Castro e Mauro Longo de “Il Betilo”, la Cooperativa che ha diretto le campagne di scavi effettuate dal 2004 con gli studenti sia del territorio che di altre regioni italiane, come quelli di Ferrara e Taranto.
Supportati da foto e filmati dell’interessante esperienza, gli archeologi e, in seguito, anche gli studenti stessi, hanno reso noti i risultati degli scavi (di interesse storico-culturale per la città) e la particolarità dell’esperienza didattica, unico esempio in tutta Italia.
A rimarcare questa nota è stato anche il responsabile dei Servizi museali della Regione Lazio Antonio Insalaco, che ha sottolineato come non si abbia conoscenza di altri luoghi dove lo scavo didattico non sia semplicemente una simulazione, ma un’attività archeologica vera e propria. Osservando come sia difficile trovare amministrazioni così sensibili verso i temi culturali, il responsabile della Regione ha posto l’accento sul cambiamento del concetto di museo (oggi non più “luogo chiuso e polveroso” ma sempre più “aperto e legato al territorio”) e sulla positiva sinergia con l’imprenditoria privata.
Al convegno era infatti presente anche Mario Bugliari, direttore della Italcementi, società che in città ha finanziato alcune iniziative di recupero dei beni culturali. Parole di soddisfazione sono state pronunciate, infine, anche dagli assessori alla Cultura e alle Politiche per la formazione, Mario Cacciotti e Cinzia Sandroni, i quali, insieme al consigliere delegato all’Ambiente Mario Del Prete, hanno offerto il loro sostegno al proseguimento dell’iniziativa con le scuole.
Fonte: CulturalWeb 30/11/2005