Eccezionale scoperta archeologica a Codigoro, un miliario romano con una interessante iscrizione è stato ritrovato in località Pontemaodino e troverà la sua una nuova sede presso il Complesso che ospita l’Abbazia di Pomposa e il Museo Pomposiano della Direzione Musei Emilia-Romagna
Il cippo di Pontemaodino, databile intorno al II sec. a.C., venne rinvenuto nel secolo scorso durante i lavori di bonifica ed è stato custodito in un terreno privato per decenni dalla famiglia Bison che si ringrazia per il grande senso civico.
Al fine di valorizzare al meglio questo importante reperto si è deciso di spostarlo in deposito all’interno del nostro museo per essere prima restaurato e poi esposto al pubblico.
L’operazione pianificata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena Reggio Emilia e Ferrara , e dalla Direzione Regionale Musei Emilia Romagna ha visto la collaborazione del Gruppo Archeologico Ferrarese nella persona di Liviano Palmonari, Ispettore Onorario che ha curato il trasporto insieme alla ditta Massarenti, e del Comune di Codigoro che ha gestito il traffico stradale per consentire le operazioni di spostamento.
Nello specifico il miliario di Pontemaodino è un cippo cilindrico in trachite dei Colli Euganei e, a differenza della maggior parte di questi reperti, presenta un’altezza ridotta, misura poco meno di un metro, e una scritta sulla parte sommitale anziché sul fianco.
L’iscrizione che si legge molto chiaramente “CCL[…] / T(itus) Annius T(iti) f(ilius) / co(n)s(ul) propone un’indicazione sulla distanza (250 miglia) e ci informa che è stato posto da un certo Tito Annio, figlio di Tito, durante il suo consolato. Persistono alcuni dubbi sull’interpretazione dell’epigrafe: è stato proposto che le 250 miglia corrispondano alla distanza da Roma lungo la via Flaminia fino a Rimini (213-216 miglia), alle quali sono da aggiungere le miglia del tratto successivo, fino a Codigoro. Rimane incerta anche la paternità del miliario visto che non è indicato il cognomen del console, che potrebbe essere sia T. Annio Lusco, console nel 153 a.C., che T. Annio Rufo, console nel 128 a.C.
Il miliario indica come nel corso del II sec. a.C. le strade consolari fossero cruciali perché dovevano aprire nuove comunicazioni in aree che venivano via via conquistate dalla Repubblica romana.
Fonte:
Abbazia di Pomposa
Direzione Musei Emilia Romagna