Una piccola finestra per aggiungere nuovi tasselli importanti alla storia di una città considerata oggi Patrimonio dell’Umanità: gli scavi archeologici, effettuati a seguito di sondaggi esplorativi nella Casa Arcipretale di Cividale in ristrutturazione, hanno messo in luce una struttura di epoca romana, al momento inquadrabile in età altoimperiale, pertinente con ogni probabilità ad uno spazio abitativo trasformato in età tardoromana e poi abbandonato in età altomedievale.
I lavori, avvenuti come recupero in emergenza, sono stati effettuati direttamente da personale tecnico del Museo Archeologico Nazionale di Cividale, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza.
L’area, dove sorge l’edificio della canonica, è quella proprio al di sopra delle mura di cinta di età romana, appena intraviste in passato per alcuni modesti tratti, una zona considerata nevralgica per la comprensione della città antica e mai indagata.
Gli scavi, che hanno interessato i due vani del piano terra, hanno segnalato anche
la presenza di una sepoltura, databile tra VI e VII secolo, che attesta il riutilizzo delle rovine del fabbricato di epoca romana come luogo funerario, da parte della popolazione locale, consuetudine nota anche da altri scavi urbani.
É possibile che al momento della costruzione del duecentesco convento di San Francesco l’area in questione, di certo inclusa nelle sue pertinenze, fosse rimasta inedificata e forse riservata a ortivi o zone di servizio fino al momento della costruzione dell’attuale edificio cinquecentesco.
Fonte: Sopr. per i Beni Arch del FVG, 10 set 2014