Nuove, importanti tombe longobarde sono emerse, in questi giorni, nel corso dei lavori di urbanizzazione a Cividale, lungo viale della Libertà, all’incrocio con via Foramitti.
Gli scavi archeologici preventivi, finanziati dalla Steda s.p.a., e condotti da operatori archeologici della Società Arxè, hanno portato alla luce, infatti, una trentina di tombe, maschili, femminili e infantili alcune delle quali, purtroppo, già violate in passato, altre ancora integre, con tutti gli elementi tipici dei corredi longobardi: guerrieri, deposti con lance, spade e coltelli, talora con borse in materiale deperibile contenenti pettini, acciarini e qualche moneta e donne longobarde con interessanti corredi composti da pettini e strumenti in ferro, nonché da altri tipi di offerte, costituite da vasi in ceramica deposti presso i piedi.
Tra tutte le sepolture spicca una tomba femminile che ha restituito una bella croce di lamina d’oro decorata a sbalzo, originariamente apposta su un velo che copriva il volto della defunta, fissato sui capelli con un ago crinale in bronzo.
Le trenta tombe costituiscono un settore della ricca necropoli detta “della Ferrovia”, una delle più grandi realtà cimiteriali tra quelle disposte all’esterno delle mura romane di Cividale a nord del Natisone (necropoli del Gallo, di S. Stefano, di Cella, S. Giovanni e di San Mauro), ben nota da tempo: alcuni rinvenimenti, infatti, effettuati tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, avevano già svelato la presenza di sepolture relative a personaggi di rango dell’aristocrazia longobarda.
Altre tombe erano state, poi, intercettate in questa stessa zona anche negli anni Sessanta del secolo scorso: tra gli oggetti rinvenuti un bacile bronzeo di tipo copto, recante la traccia del piccone del rinvenitore, attualmente esposto al Museo Nazionale di Cividale.
Un’ampia area a nord est del centro storico, dunque, a fortissimo rischio archeologico. Per questo motivo la Soprintendenza per i Beni Archeologici del FVG, di concerto con il Comune di Cividale, aveva predisposto la sorveglianza agli scavi in un lungo tratto di Viale Libertà, a partire dalla Rotonda del Gallo fino alla nuova stazione ferroviaria.
Attualmente il lavoro degli archeologi, impegnati a liberare lo snodo stradale per consentire la ripresa della viabilità ordinaria, prosegue nonostante il tempo inclemente, proprio per permettere il recupero dei materiali, che vengono quotidianamente trasferiti al Museo Archeologico Nazionale di Cividale.
L’area è sottoposta a stretta vigilanza da parte delle forze dell’ordine.
Gli scavi archeologici preventivi, finanziati dalla Steda s.p.a., e condotti da operatori archeologici della Società Arxè, hanno portato alla luce, infatti, una trentina di tombe, maschili, femminili e infantili alcune delle quali, purtroppo, già violate in passato, altre ancora integre, con tutti gli elementi tipici dei corredi longobardi: guerrieri, deposti con lance, spade e coltelli, talora con borse in materiale deperibile contenenti pettini, acciarini e qualche moneta e donne longobarde con interessanti corredi composti da pettini e strumenti in ferro, nonché da altri tipi di offerte, costituite da vasi in ceramica deposti presso i piedi.
Tra tutte le sepolture spicca una tomba femminile che ha restituito una bella croce di lamina d’oro decorata a sbalzo, originariamente apposta su un velo che copriva il volto della defunta, fissato sui capelli con un ago crinale in bronzo.
Le trenta tombe costituiscono un settore della ricca necropoli detta “della Ferrovia”, una delle più grandi realtà cimiteriali tra quelle disposte all’esterno delle mura romane di Cividale a nord del Natisone (necropoli del Gallo, di S. Stefano, di Cella, S. Giovanni e di San Mauro), ben nota da tempo: alcuni rinvenimenti, infatti, effettuati tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, avevano già svelato la presenza di sepolture relative a personaggi di rango dell’aristocrazia longobarda.
Altre tombe erano state, poi, intercettate in questa stessa zona anche negli anni Sessanta del secolo scorso: tra gli oggetti rinvenuti un bacile bronzeo di tipo copto, recante la traccia del piccone del rinvenitore, attualmente esposto al Museo Nazionale di Cividale.
Un’ampia area a nord est del centro storico, dunque, a fortissimo rischio archeologico. Per questo motivo la Soprintendenza per i Beni Archeologici del FVG, di concerto con il Comune di Cividale, aveva predisposto la sorveglianza agli scavi in un lungo tratto di Viale Libertà, a partire dalla Rotonda del Gallo fino alla nuova stazione ferroviaria.
Attualmente il lavoro degli archeologi, impegnati a liberare lo snodo stradale per consentire la ripresa della viabilità ordinaria, prosegue nonostante il tempo inclemente, proprio per permettere il recupero dei materiali, che vengono quotidianamente trasferiti al Museo Archeologico Nazionale di Cividale.
L’area è sottoposta a stretta vigilanza da parte delle forze dell’ordine.
Fonte: MiBAC e Sopr. Archeologica del FVG, 13/02/2012