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CIVIDALE DEL FRIULI (Ud). L’ara di Ratchis inaugura il museo virtuale.

Ancora una volta pioniere, il Museo cristiano e del Tesoro del Duomo di Cividale. Già conquistatosi un posto al sole, su scala nazionale e oltre, con il progetto che ha riprodotto virtualmente le colorazioni originarie del celebre altare di Ratchis, il Mucris vara adesso un ologramma del monumento, il pezzo piú prezioso della collezione.
«È la prima volta, a livello europeo – dichiara la direttrice della struttura, Elisa Morandini -, che viene attuato un intervento del genere, che ha finalità culturali, non commerciali, e di cui il pubblico potrà ammirare i risultati fra pochi giorni. Il mondo virtuale ci ha permesso di realizzare un ologramma, appunto, grazie al quale i visitatori potranno scoprire – in pochi minuti – la leggenda sugli albori del popolo longobardo e la storia che sfociò nella creazione dell’ara di Ratchis; verrà inoltre proposta, naturalmente, la descrizione della stessa. Quest’ultima parte – precisa – è interattiva: mediante alcuni pulsanti, infatti, il turista potrà interagire con l’oggetto, soffermandosi su ogni singolo elemento».
Lo schermo sarà posizionato nella “nicchia” del vecchio ingresso al Museo, la porta che collega i locali espositivi con la basilica. I testi sono bilingui, in italiano e in inglese: li firma una studentessa della facoltà di Conservazione dei beni culturali dell’ateneo di Udine, Carmen Santoro.
«L’operazione è stata davvero coinvolgente – commenta ancora la direttrice -, posto che a oggi non esistono strumenti analoghi a quello che ci apprestiamo a lanciare: è stata un’esperienza assolutamente nuova e affascinante. Speriamo funga da stimolo per la realizzazione di altri video».
Finanziato dalla Provincia di Udine e da uno sponsor che ha voluto rimanere nell’anonimato, il disegno è costato 4 mila euro ed è stato concretato dalla ditta lombarda Fabb srl, fresca di conseguimento di un riconoscimento come giovane startup italiana.
«Abbiamo sviluppato un sistema olografico – chiariscono dall’azienda – per il digital signage in grado di presentare i prodotti in 3D e di renderli interattivi con gli utenti. Il meccanismo utilizza piramidi olografiche, combinate a un player multimediale».
image ratchis 2A brevissimo, dunque, il debutto del dispositivo. Non ci sarà tuttavia una cerimonia di inaugurazione ufficiale, posticipata alla primavera per una felice sovrapposizione di eventi: entro marzo tornerà infatti a “casa”, a Cividale (da Firenze, dove si trova per il restauro), l’antico, preziosissimo velo della Beata Benvenuta Boiani, che fino a un paio di mesi fa era collocato al pianterreno di palazzo de Nordis, ma che d’ora in poi sarà accolto proprio dal Mucris; verrà esposto in verticale, in una bacheca capace di garantire sia l’ottimale conservazione del bene, ovviamente molto delicato, sia una buona visione del medesimo da parte dei visitatori.
Contemporaneamente rientrerà il dipinto di Palma il Giovane che era situato nella cappella del Santissimo, alias nell’abside sinistra del Duomo, ma che risultava ormai illeggibile per la patina di sporco accumulatasi sulla pittura. L’azione di pulizia, eseguita a Udine, ha riportato alla luce gli sgargianti colori originali dell’opera, che verrà riposizionata in basilica.
E non finisce qui: in arrivo, post restauro, pure il Gonfalone dell’Annunciazione
realizzato da Giovanni da Udine e collocato sotto il coro, dove sarà nuovamente sistemato. Insomma: periodo intenso, meritevole di un “taglio del nastro” collettivo. I lavori sono stati finanziati dalla Fondazione Crup e, in parte, dalla Banca di Cividale.

Fonte: www.messaggeroveneto.it, 28 gen 2016

Perfettamente in linea con le tempistiche annunciate la scorsa settimana è arrivato al Museo cristiano e del tesoro del Duomo di Cividale – ieri mattina – il visore per l’ologramma dell’altare di Ratchis, il pezzo più prezioso della collezione. Concepito dalla direttrice del Mucris, Elisa Morandini, e attuato dalla ditta lombarda Fabb srl, che ha di recente conseguito un riconoscimento come giovane startup italiana, il progetto è pilota su scala internazionale: un nuovo motivo di vanto, dunque, per la città ducale, che già si era distinta per l’operazione avanguardistica sfociata nella riproduzione virtuale delle colorazioni originarie dell’ara del duca longobardo.
Da mercoledì (giorno di apertura del museo, visitabile poi fino a domenica con gli orari dalle 10 alle 13 la mattina e dalle 15 alle 17 nel pomeriggio) lo strumento sarà a disposizione del pubblico. In pochi minuti i visitatori potranno scoprire la leggenda sugli albori del popolo longobardo e la storia dell’altare. La sezione riservata alla descrizione dell’opera ha carattere interattivo: mediante alcuni pulsanti, infatti, il turista potrà interagire con l’oggetto, soffermandosi su ogni singolo elemento. Bilingui i testi, redatti in italiano e in inglese. Nelle immagini qui a fianco un esempio di come si potrà scoprire questa leggenda che riporta alle origini della città di Cividale.

Fonte: www.messaggeroveneto.it, 2 feb 2016

Autore: Lucia Aviani

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