Se non rossa, è gialla la luce accesa dalla Soprintendenza archeologica del Lazio sugli scavi nella nuova area artigianale di Cittareale. Ecco Giovanna Alvino, dirigente regionale e responsabile diretta per la provincia di Rieti. «Per ora posso soltanto dire che da questa soprintendenza non è stato rilasciato alcun ”nulla osta” ad iniziare i lavori precisa l’archeologa faremo subito gli accertamenti secondo la procedura stabilita dalla normativa vigente ed ogni decisione verrà presa in base a quanto emergerà dei fatti rilevati». Sulla questione il sindaco Pierluigi Feliciangeli, appena rieletto, dice che preferisce non rilasciare commenti
Un passo indietro: oggetto della discordia è la realizzazione dell’area artigianale in località Pallottini, nei pressi della Salaria, dove dovrebbero essere costruiti edifici e botteghe su una superficie di 10mila metri quadrati edificabili, suddivisibili in lotti diversi secondo le richieste degli operatori. L’opera è stata approvata e finanziata dalla Regione fin dal 2000 ed in questi anni sono state espletate tutte le operazione previste dal bando e dalla concessione del denaro.
Una decina di giorni fa l’inizio dei lavori di scavo che ha però innescato l’intervento prima di Marco Tiberti, responsabile della Codacons Provinciale e successivamente dei consiglieri di minoranza Antonio Bisegna (il candidato sindaco appena sconfitto) ed Elisabetta Aleandri; il primo segnalava il pericolo di gravi danni all’ambiente sia per l’aspetto archeologico che paesaggistico, i secondi il «pericolo di depauperare le bellezze paesaggistiche e storiche di Cittareale… poiché l’economia del paese non è solo l’artigianato ma anche il turismo. E presentare come biglietto da visita all’ingresso del paese squallidi capannoni industriali non è la scelta più oculata».
Va ricordato che la legge Galasso che tutela l’ambiente, e tutte le successive integrazioni, stabiliscono che ogni apertura di un cantiere edile deve essere preceduto da un’indagine di scavo sotto il diretto controllo dei funzionari della Soprintendenza archeologica al fine di verificare se il sottosuolo conserva resti di antiche civiltà. E proprio la scorsa estate in località Pallottini, autonomamente dall’istituzione dell’area artigianale di cui stiamo dicendo, si è svolta, sotto il controllo della stessa Alvino, una campagna di scavo diretta dal professor Filippo Coarelli dell’Università di Perugia e da cui sono emerse testimonianze importanti: un edificio pubblico, trenta tombe d’epoca medievali e interessanti pezzi d’arredo funebre, che il Coarelli ha identificato appartenente all’antica città di Falacrine.
Nei giorni scorsi lo stesso professore ha annunciato a Roma, nel corso di una conferenza presso l’Accademia Danese, che saranno ripresi i lavori di scavo sulla stessa area nei prossimi mesi di luglio ed agosto alla ricerca del centro abitativo della città natale dell’imperatore Tito Flavio Vespasiano. L’area destinata a zona artigianale è strettamente d’interesse archeologico ed è per questo che prima di fare ogni ulteriore mossa nella realizzazione dell’area produttiva dovranno essere fatte le dovuto indagini archeologiche.
Domanda: sarà possibile conciliare l’area produttiva con le esigenze storiche e culturali?
Fonte: Il Messaggero 15/06/2006
Autore: Sergio Silva