Rinvenuta in località San Donnino durante i lavori di scavo, appena terminati e diretti dalla Dottoressa Clarita Natalini, della Soprintendenza e degli archeologi Silvia De Fabrizio, Francesca Bianco, Benedetta Droghieri e Andrea Pagnotta, hanno portato alla luce una necropoli la cui tomba, detta a camera perchè costituita da un vano scavato sulla terra e da un corridoio di accesso (dromos) orientato nord sud, rappresenta una unicità nel territorio di Città della Pieve.
Straordinaria la qualità di conservazione dei reperti; due sarcofagi intatti più alcune urne cinerarie, appartenenti ad un conosciuto clan familiare etrusco originario di Chiusi, e databili intorno al III secolo A.C. Una scoperta di fondamentale valore per il territorio pievese, che entrerà così a far parte della rete delle Città Etrusche.
La scoperta archeologica, adottando innovative tecniche di intervento, ha permesso inoltre di preservare il colore dei manufatti; uno dei volti scolpiti sopra la parte superiore dell’urna cineraria, ha ancora le pupille dipinte; e grazie al consolidamento immediato del colore durante il ritrovamento, si apriranno degli studi nuovi sulle tinte in epoca etrusca.
All’interno delle urne, sono stati rinvenuti materiali organici (ossa e ceneri), che saranno successivamente analizzati dall’equipe dell’Università di Pavia che detiene la più importante banca dati del DNA etrusco. Altra particolarità dei reperti riguarda il materiale; le urne, sono state realizzate con il marmo alabastrino (non autctono del luogo) mentre i sarcofagi sono stati realizzati con la pietra arenaria, presente nel pievese, segno di un avanzato progresso all’interno del clan stesso.
Tra i reperti rivenuti durante gli scavi, anche una serie di suppellettili che dovevano accompagnare il defunto nell’aldilà; una piccola olla in bronzo, uno strigile, un’anfora, vasetti in ceramica e all’interno delle sepolture, un piccolo drappo di stoffa (per contenere le ossa) che rimanda ai grandi funerali omerici.
La deposizione, a carattere unicamente maschile, presenta su uno dei due sarcofagi un’iscrizione dipinta, riferibile all’identità del defunto, mentre la statua sopra il coperchio dell’urna, è adornata da una collana di fiori e da una patera sulla mano destra.
Fonte: PerugiaToday, 20 dic 2015