E’ stato inaugurato il 23 novembre 2010 dopo cinque anni di chiusura il nuovo allestimento di tre delle sei sale dedicate alla «Collezione dei Vasi» del Museo Gregoriano Etrusco in Vaticano.
La raccolta, oggi ripensata dal responsabile per le antichità etrusco-italiche Maurizio Sannibale, è rappresentata in esposizione da circa 730 esemplari tra vasi greci, italioti ed etruschi, con opere così celebri di ceramografia antica che quasi un vaso su dieci (65 esemplari) è «eponimo», cioè denomina pittori o gruppi la cui serie parte da quell’esemplare specifico.
Il museo nasce nel 1837 per volere di Gregorio XVI in un periodo straordinario per gli scavi nei siti dell’Etruria meridionale, allora sotto lo Stato Pontificio, e si arricchisce via via grazie ad alcune importanti acquisizione e donazioni novecentesche come quelle di Guglielmi nel 1935 e di Astarita nel 1967.
La raccolta, oggi ripensata dal responsabile per le antichità etrusco-italiche Maurizio Sannibale, è rappresentata in esposizione da circa 730 esemplari tra vasi greci, italioti ed etruschi, con opere così celebri di ceramografia antica che quasi un vaso su dieci (65 esemplari) è «eponimo», cioè denomina pittori o gruppi la cui serie parte da quell’esemplare specifico.
Il museo nasce nel 1837 per volere di Gregorio XVI in un periodo straordinario per gli scavi nei siti dell’Etruria meridionale, allora sotto lo Stato Pontificio, e si arricchisce via via grazie ad alcune importanti acquisizione e donazioni novecentesche come quelle di Guglielmi nel 1935 e di Astarita nel 1967.
Le novità oggi riguardano l’emiciclo inferiore (sulle pareti pitture del 1780 con le imprese di Pio VI) dov’è stato revisionato l’allestimento, rinnovati l’ordinamento delle opere e l’esposizione interna delle vetrine, ma soprattutto la sala della raccolta Astarita, impreziosita da un fregio di metà Cinquecento, e quella della Meridiana con le ceramiche figurate greche ed etrusche di V e IV secolo a.C.
In queste due sale i lavori condotti dalla Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato dello Stato Città del Vaticano a partire dal 2006 hanno portato a nuovi pavimenti in marmo a sostituzione dei precedenti moderni, al recupero di elementi originali come gli sportelli decorati nel Settecento con soggetti astronomici che in parte conservano ancora pitture medicee cinquecentesche, all’adeguamento di impianti e vetrine storiche, con nuove strutture interne e un nuovo ordinamento che ha consentito l’esposizione dell’intera raccolta.
I vasi sono ordinati cronologicamente, per pittori e gruppi definiti, evitando arbitrarie associazioni tematiche.
I vasi sono ordinati cronologicamente, per pittori e gruppi definiti, evitando arbitrarie associazioni tematiche.
Autore: Federico Castelli Gattinara
Fonte: Il Giornale dell’Arte, edizione online, 22 novembre 2010