Gli antichi Maya per lungo tempo hanno praticato un’attenta gestione delle foreste, il cui abbandono portò, sia pure insieme ad altri fattori, al declino di quella cultura.
Lo afferma una ricerca condotta da David Lentz, paleobotanico dell’Università di Cincinnati, illustrata in un articolo sul “Journal of Archaeological Science”.
“La loro deliberata politica di conservazione la vediamo riflessa nel legno che usarono per le costruzioni e questa osservazione è corroborata dai dati sui pollini“, spiega Lentz.
“Fra i Maya non era permesso abbattere quello che chiamavano la foresta sacra. Ma le cose cambiarono durante il tardo periodo classico, con Jasaw Chan K’awiil. I Maya di Tikal erano stati battuti dai nemici ed erano stati ricacciati in una posizione di secondo piano prima della sua ascesa al trono. Jasaw Chan K’awiil, a capo di un armata, sconfisse la città avversaria di Calakmul, ne catturò i capi e li sacrificò.”
Per celebrare la ritrovata potenza, Tikal venne ricostruita, con templi enormi che richiedevano considerevoli risorse, soprattutto alberi dal legno resistente che potesse sopportare il carico di pietre del peso di molte tonnellate.
All’inizio usarono la sapotiglia (Manilkara zapota) di cui era ricca la foresta sacra, che venne rapidamente depauperata, portandoli a usare il campeggio (Haematoxylon campechianum).
“La sapotiglia è tenera quando è appena tagliata, e la si può scolpire in forme meravigliose e intricate, ma quando secca diventa dura come il ferro. Il campeggio invece è duro quando lo si taglia e così resta“, ma è spesso incurvato e cresce fino ad altezze minori. E la cosa, spiega il ricercatore, si è riflessa nelle dimensioni delle architravi dei templi.
“Se si distruggono le foreste, si cambia il ciclo idrologico“, spiega Lentz. “Il mondo è come una superficie piatta in cui gli alberi agiscono come delle spugne. Gli alberi assorbono l’acqua. Senza alberi non c’è un tampone che impedisca all’acqua di scivolar via. Questo causa l’erosione del suolo, che poi soffoca fiumi e corsi d’acqua. Senza alberi non si ha ritenzione d’acqua, il terreno si secca, c’è meno traspirazione e quindi anche meno piogge.“
“Le foreste Maya fornivano legname, combustibile, cibo, fibre e medicine, oltre a fornire servizi all’ecosistema relativi all’aria e all’acqua. Le foreste fornivano cioè agli antichi Maya risorse essenziali, e lo stesso è vero per la nostra civiltà odierna“, ha concluso Lentz.
Fonte: Le Scienze 24/07/2009
Cronologia: Arch. Precolombiana