Il Museo venne istituito nel 1871 come Museo Comunale. Nel 1901 venne trasferito nella sede attuale, dentro un edificio di origine neoclassica. Un ampliamento risale al 1932, quando furono esposte nuovi reperti provenienti da collezioni private. Fu danneggiato durante la seconda guerra mondiale e divenne statale nel 1963. Nel 2003 è stato interamente riallestito, migliorando l’esposizione che risaliva all’impaginazione del 1985, con modifiche del 1992.
Collezioni

L’esposizione è ordinata per criteri cronologici e tematici, con una stretta connessione col territorio di Chiusi. Dove possibile è sempre indicato il luogo di reperimento e alcune cartine facilitano la localizzazione nell’area. La prima sala è dedicata alle età del Ferro e del Bronzo, oltre alla fase “orientalizzante” della produzione etrusca. Vi si trovano sia oggetti di produzione locale, sia altri oggetti di importazione nell’antichità, come i buccheri con decorazione a cilindretto.
La sala successiva traccia la peculiare produzione chiusina tra VII ed il VI secolo a.C., incentrata sui canopi antropomorfi, tra i quali spicca il famoso canopo di Dolciano, posto in un trono di bronzo decorato a sbalzo. Un’altra sala mostra la scultura in pietra fetida, con statue usate come cinerari, rilievi e sculture funerarie, come le figure di sfingi o donne piangenti.

La sezione territoriale ospita reperti provenienti dagli scavi nella zona di Petriolo e dalle necropoli della zona, con corredi databili dal VII al III secolo a.C. Tra quest’ultimi spicca il corredo della Tomba della Pania, con una grande situla in bronzo e il calco della pisside eburnea conservata oggi al Museo archeologico nazionale di Firenze. Il cinerario Paolozzi è decorato da figure femminili piangenti e teste di grifo.

L’epoca romana è documentata dalla ceramica sigillata di produzione aretina, vetri, bronzi, cippi funerari, alcuni statue (un Augusto, una statua acefala e ritratti del II e III secolo) e una base onoraria. Spicca anche un emblema musivo, con Melagro che caccia il cinghiale calidonio. Raro è un glirarium, contenitore per allevare i ghiri, all’epoca considerati vere ghiottonerie.

Le ultime vetrine ospitano i reperti delle collezioni Paolozzi e Mieli Servadio, che fecero da base alla raccolta museale.
Info:
Il biglietto di ingresso al Museo comprende anche la visita a due suggestive tombe etrusche, quella del Leone e quella della Pellegrina, quest’ultima con ricco apparato di urne e sarcofagi ancora in posto; la tomba della Scimmia, con ciclo di pitture parietali, è visitabile solo martedì, giovedì e sabato (ore 11.00 e ore 16.00, da novembre a febbraio ore 11.00 e ore 14.30), su prenotazione. Le tombe sono situate a poco più di tre chilometri dal Museo lungo la strada che porta al lago di Chiusi.
Al Museo è annesso un importante laboratorio di restauro visitabile a richiesta.
Via Porsenna, 93 – 53043 Chiusi (SI)
Orari: 09.00-20.00 (ultimo ingresso alle 19.30)
Biglietto d’ingresso € 6,00. Fino a 18 anni e oltre 65 anni ingresso gratuito, riduzione del 50% (€ 3,00) da 18 anni a 25 anni e insegnanti di ruolo delle scuole statali (solo Comunità Europea).
Contatti: Tel. 0578 20177; fax 0578 224452; e-mail: sba-tos.museochiusi@beniculturali.it