Vetri rotti, sporcizia diffusa, scritte sulle mura millenarie. Doveva essere il biglietto da visita di Chieti e invece il sito archeologico è una vergogna. Scritte spray e sporcizia nei tempietti romani il simbolo dell’incuria.
Ad una prima occhiata si notano il cancelletto divelto e i faretti sradicati. Segni di vandalismo che si aggiungono a vetri rotti e cartacce, mozziconi sparsi e ogni genere di sporcizia. Uno scenario già raccapricciante per una periferia. Figuriamoci per i tempietti romani che, in pieno centro storico nella città ultramillenaria, sono una parte importante di ciò che resta di un passato irripetibile.
L’originario tempio italico, il pozzo votivo di epoca marrucina, il podio che sostiene i templi gemelli voluti da Marco Vezio Marcello e due costruzioni più semplici Oltre duemila anni di storia che, recuperati con una poderosa opera di riqualificazione, avrebbero dovuto inaugurare la “rinascita culturale” della città che cronologicamente si colloca prima della capitale. Avrebbero dovuto essere il centro vitale di un parco archeologico esteso dalla Civitella alle cisterne sotterranee di piazza Valignani. Invece, ricettacolo di sporcizia e incuria, i tempietti sono oggi luogo di incontro per ragazzini alle prese con la prima sigaretta, studenti parcheggiati sul ponticello di vetro e vandali ignoti che, a cadenze irregolari, si divertono a deturpare il patrimonio collettivo. Nel giardino cartacce, fogli di giornali e cartoni di ogni dimensione. Anche i pavimenti – risistemati con tavolette di legno scuro – non sono più calpestabili. Pezzi di plastica accumulati agli angoli dell’edificio, mentre le scritte spray sono la cornice degli antichi mattoncini. C’è chi se la prende con Moratti per le sorti dell’Inter e chi giura eterno amore ad una fantomatica ragazzina. Altro che rinascita culturale. Perfino parte del vetro antisfondamento è stato distrutto in mille pezzi. E pensare che i tempietti erano destinati ad essere il biglietto di visita del capoluogo di provincia. Si era parlato di uno sportello informativo per il sistema museale cittadino oppure di un centro multimediale di orientamento, e qualcuno continua ancora a lavorare sul progetto. Qualche settimana fa, era stato promosso uno spettacolo di arte contemporanea. Visitatori e applausi. Poi cartacce e resti di una costruzione artistica, ridotta a brandelli di legno e filo pesante. Nessuno l’ha rimossa e la sporcizia ha continuato ad accumularsi. Forse, come era stato già ipotizzato, non rimane che chiudere i tempietti con una recinzione di diversi metri. Si salverebbe la storia, ma al prezzo di renderla invisibile.
Fonte: Il Centro Chieti 27/06/05
Autore: Alessandra Fiore