Era stato scoperto dalle truppe italiane nei pressi della chiesa di San Michele Arcangelo durante la prima guerra mondiale. L’intervento è previsto per la primavera.
Il pavimento musivo d’epoca longobarda scoperto nel dicembre del 1915, a ridosso della chiesa di San Michele Arcangelo, sarà sottoposto ai necessari lavori di restauro e, a primavera, tornerà al suo antico splendore. Si chiude così un lungo iter che qualche settimana fa, dopo precedenti incontri con la Soprintendenza alle Belle Arti di Udine, ha portato a Cervignano i responsabili della stessa e di una ditta specializzata in restauri di tali opere, per stabilire le possibilità e le modalità d’intervento.
Come scrisse Giuseppe Fornasir, era il 14 dicembre 1915, in piena Prima Guerra Mondiale (che aveva visto gli italiani entra a Cervignano allo scoppio della stessa) quando, nel corso dell’impianto di un baraccamento destinato alle truppe, venne alla luce un pavimento a mosaico.
Nonostante la guerra i lavori furono immediatamente sospesi (ai giorni nostri, anche in tempo di pace, le ruspe avrebbero buttato tutto all’aria per evitare che i lavori per la costruzione di un qualche condominio venissero sospesi), e giunto sul posto dopo tre giorni Ugo Ometti, preposto alla tutela dei monumenti, delle opere d’arte e degli archivi dei Paesi occupati, fece eseguire degli scavi che portarono alla scoperta del pavimento musivo, che confermava documenti e tradizione.
Documenti e tradizione, come illustra sempre il Fornasir, che indicano nell’anno 668 la costruzione della badia dedicata a San Michele e nello stesso periodo la conversione dei Longobardi al cattolicesimo, badia bruciata dagli Ungari, nei primi anni del secolo decimo e di cui ancora c’è traccia sul pavimento. Dei circa 20 metri quadrati originali, sono all’incirca 10 quelli ben conservati: “a carattere lineare, consueto a molte sculture decorative di Aquileia e Grado”.
Il pavimento, a tessere bianche, rosse e nere … con al centro una palma … negli angoli quattro uccelli. Il tutto, da tempo chiuso da una soprastruttura in vetro, per le ingiurie del tempo che passa e per l’effetto-serra, ha reso necessaria una disinfestazione, una pulitura e un consolidamento del mosaico “opere che saranno eseguite a primavera inoltrata – garantisce il vicesindaco Gino Zampar – dovendosi assicurare una temperatura minima di 10 gradi, per almeno quaranta giorni”.
Fonte: Messaggero Veneto 27/12/2005
Autore: Alberto Landi
Cronologia: Arch. Medievale