Numerosi e “preziosi” i rinvenimenti archeologici sul territorio metelliano. Ville romane a San Martino e nell’area del nuovo cimitero, variegate sepolture a Pregiato ed a Passiano, reperti ceramici di diverse epoche a San Cesareo, una struttura abitativa con annessa fornace ed una necropoli a Santa Lucia: ecco il resoconto dell’archeologa Teresa Virtuoso, collaboratrice esterna della Soprintendenza Archeologica delle Province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta…
Una villa romana in contrada San Martino, sepolture di diversa tipologia a Pregiato ed a Passiano, un’area sepolcrale in pieno centro, reperti ceramici di diverse epoche nella frazione San Cesareo, una villa rustica romana nell’area del nuovo cimitero, una struttura abitativa con annessa fornace ed una necropoli in località Santa Lucia: sono alcuni dei “preziosi” rinvenimenti archeologici sul territorio metelliano.
A fare il punto della situazione durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento “Le Notti al Castello” è stata l’archeologa Teresa Virtuoso, collaboratrice esterna della Soprintendenza Archeologica delle Province di Sa, Av, Bn e Ce, che ha “rapito” l’attenzione dei presenti con un’interessante e dettagliata relazione.
Ecco i passaggi fondamentali evidenziati dalla dott.ssa Teresa Virtuoso per ilPortico.it:
«I primi rinvenimenti archeologi sul territorio di Cava de’ Tirreni risalgono al XVIII secolo, quando vennero alla luce, in maniera sporadica, diverse sepolture, tesoretti numismatici, statue ed urne cinerarie.
La maggior parte dei ritrovamenti provengono dagli abitati che circondano la vallata cavese. In contrada San Martino una puntuale ricognizione archeologica, condotta dalla dott.ssa Matilde Lombardo, Ispettore archeologo della Soprintendenza Archeologica per le province di Sa, Av, Bn e Ce, che si ringrazia per aver fornito i dati scientifici e le foto pubblicate in questo articolo, ha consentito la localizzazione di una villa romana, la cui presenza era già stata ipotizzata in base alla gran quantità di materiale fittile recuperato.
A Pregiato ed a Passiano sono state rinvenute, a più riprese, sepolture di diversa tipologia: in anfora (ad enchytrismos), a cassa di tufo ed in laterizi. Anche il centro cittadino ha offerto un panorama archeologico non meno ricco. A partire dagli anni Trenta, grazie ad un’intensa attività edilizia, in prossimità dell’allora Hotel de Londres e precedentemente durante lo scavo delle fondazioni di palazzo Coppola, vennero alla luce diverse sepolture che hanno lasciato ipotizzare l’esistenza di un’estesa area sepolcrale la cui delimitazione non è ancora precisamente definibile.
Notizie meno sporadiche e lacunose provengono dalla frazione di San Cesareo, dove, già dalla metà del Novecento, risultano una molteplicità di evidenze archeologiche che hanno restituito numerosi reperti ceramici di epoche e contesti diversi: vasellame della produzione etrusca in bucchero, vasi di importazione corinzia ed attica, produzione locale di epoca preromana, romana e tardo antica. Bellissimo il busto maschile con barba e sopracciglia applicate alla barbotine datato alla fine del IV sec. a.C.
Recenti scavi, sempre nella frazione di San Cesareo, in un’area destinata a costruzioni per civili abitazioni, hanno riportato alla luce un edificio che presenta una struttura monumentale di forma ellittica: una serie di pilastri a croce in laterizi che formano un semicerchio disposto in maniera concentrica rispetto ad un’altra serie più interna di pilastri, più piccoli e ad essi collegati da muri radiali. Le evidenze archeologiche emerse delineano un monumento formato da due corridoi anulari, sormontati da volte che verosimilmente sostenevano una cavea rivolta verso un’arena il cui asse maggiore dovrebbe essere di ca 30 m. Dall’analisi del materiale recuperato durante lo scavo è possibile datare l’ultima fase di frequentazione dell’area intorno alla seconda metà del II sec. d.C.
Ancora, nell’ambito del progetto di “ampliamento del civico Cimitero di Cava de’ Tirreni”, è stata riportata alla luce la parte produttiva di una villa rustica di età romana. Gli scavi archeologici hanno permesso di documentare lo sviluppo della villa rustica attraverso strutture posizionate su diversi livelli di terrazzamenti. Interessante in questo contesto il ritrovamento di una fornace di forma circolare destinata probabilmente alla produzione di tegole e mattoni di terracotta, ritrovati in quantità massicce nelle vicinanze.
Analogamente, anche in località Santa Lucia, durante i lavori per l’ampliamento delle Officine Grafiche Di Mauro, sono venuti alla luce i resti di una struttura abitativa, con annessa fornace, e di una necropoli di piccole dimensioni. L’edificio presenta forma rettangolare (lungo m. 30, largo m. 19) e copre complessivamente una superficie di mq 570. Questa villa in un’epoca antecedente all’eruzione del 79 d.C. sopravvive, con diverse fasi di frequentazione fino al V/VI sec. d.C., epoca in cui si impiantarono le sepolture.
L’impianto rinvenuto a Santa Lucia, come già quello venuto alla luce nella nuova area del Cimitero, oltre che allo sfruttamento agricolo del terreno, testimoniato anche dalla presenza dei solchi di aratura in tutto il territorio circostante, presenta una parte destinata alla produzione di materiale ceramico. In età classica, quindi, la necessità di produrre oggetti ceramici, utili a soddisfare un fabbisogno di tipo familiare, caratterizza un nuovo aspetto delle ville rustiche disseminate da un lato e dall’altro della vallata cavese e naturalmente votate allo sfruttamento agricolo del terreno».
Una villa romana in contrada San Martino, sepolture di diversa tipologia a Pregiato ed a Passiano, un’area sepolcrale in pieno centro, reperti ceramici di diverse epoche nella frazione San Cesareo, una villa rustica romana nell’area del nuovo cimitero, una struttura abitativa con annessa fornace ed una necropoli in località Santa Lucia: sono alcuni dei “preziosi” rinvenimenti archeologici sul territorio metelliano.
A fare il punto della situazione durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento “Le Notti al Castello” è stata l’archeologa Teresa Virtuoso, collaboratrice esterna della Soprintendenza Archeologica delle Province di Sa, Av, Bn e Ce, che ha “rapito” l’attenzione dei presenti con un’interessante e dettagliata relazione.
Ecco i passaggi fondamentali evidenziati dalla dott.ssa Teresa Virtuoso per ilPortico.it:
«I primi rinvenimenti archeologi sul territorio di Cava de’ Tirreni risalgono al XVIII secolo, quando vennero alla luce, in maniera sporadica, diverse sepolture, tesoretti numismatici, statue ed urne cinerarie.
La maggior parte dei ritrovamenti provengono dagli abitati che circondano la vallata cavese. In contrada San Martino una puntuale ricognizione archeologica, condotta dalla dott.ssa Matilde Lombardo, Ispettore archeologo della Soprintendenza Archeologica per le province di Sa, Av, Bn e Ce, che si ringrazia per aver fornito i dati scientifici e le foto pubblicate in questo articolo, ha consentito la localizzazione di una villa romana, la cui presenza era già stata ipotizzata in base alla gran quantità di materiale fittile recuperato.
A Pregiato ed a Passiano sono state rinvenute, a più riprese, sepolture di diversa tipologia: in anfora (ad enchytrismos), a cassa di tufo ed in laterizi. Anche il centro cittadino ha offerto un panorama archeologico non meno ricco. A partire dagli anni Trenta, grazie ad un’intensa attività edilizia, in prossimità dell’allora Hotel de Londres e precedentemente durante lo scavo delle fondazioni di palazzo Coppola, vennero alla luce diverse sepolture che hanno lasciato ipotizzare l’esistenza di un’estesa area sepolcrale la cui delimitazione non è ancora precisamente definibile.
Notizie meno sporadiche e lacunose provengono dalla frazione di San Cesareo, dove, già dalla metà del Novecento, risultano una molteplicità di evidenze archeologiche che hanno restituito numerosi reperti ceramici di epoche e contesti diversi: vasellame della produzione etrusca in bucchero, vasi di importazione corinzia ed attica, produzione locale di epoca preromana, romana e tardo antica. Bellissimo il busto maschile con barba e sopracciglia applicate alla barbotine datato alla fine del IV sec. a.C.
Recenti scavi, sempre nella frazione di San Cesareo, in un’area destinata a costruzioni per civili abitazioni, hanno riportato alla luce un edificio che presenta una struttura monumentale di forma ellittica: una serie di pilastri a croce in laterizi che formano un semicerchio disposto in maniera concentrica rispetto ad un’altra serie più interna di pilastri, più piccoli e ad essi collegati da muri radiali. Le evidenze archeologiche emerse delineano un monumento formato da due corridoi anulari, sormontati da volte che verosimilmente sostenevano una cavea rivolta verso un’arena il cui asse maggiore dovrebbe essere di ca 30 m. Dall’analisi del materiale recuperato durante lo scavo è possibile datare l’ultima fase di frequentazione dell’area intorno alla seconda metà del II sec. d.C.
Ancora, nell’ambito del progetto di “ampliamento del civico Cimitero di Cava de’ Tirreni”, è stata riportata alla luce la parte produttiva di una villa rustica di età romana. Gli scavi archeologici hanno permesso di documentare lo sviluppo della villa rustica attraverso strutture posizionate su diversi livelli di terrazzamenti. Interessante in questo contesto il ritrovamento di una fornace di forma circolare destinata probabilmente alla produzione di tegole e mattoni di terracotta, ritrovati in quantità massicce nelle vicinanze.
Analogamente, anche in località Santa Lucia, durante i lavori per l’ampliamento delle Officine Grafiche Di Mauro, sono venuti alla luce i resti di una struttura abitativa, con annessa fornace, e di una necropoli di piccole dimensioni. L’edificio presenta forma rettangolare (lungo m. 30, largo m. 19) e copre complessivamente una superficie di mq 570. Questa villa in un’epoca antecedente all’eruzione del 79 d.C. sopravvive, con diverse fasi di frequentazione fino al V/VI sec. d.C., epoca in cui si impiantarono le sepolture.
L’impianto rinvenuto a Santa Lucia, come già quello venuto alla luce nella nuova area del Cimitero, oltre che allo sfruttamento agricolo del terreno, testimoniato anche dalla presenza dei solchi di aratura in tutto il territorio circostante, presenta una parte destinata alla produzione di materiale ceramico. In età classica, quindi, la necessità di produrre oggetti ceramici, utili a soddisfare un fabbisogno di tipo familiare, caratterizza un nuovo aspetto delle ville rustiche disseminate da un lato e dall’altro della vallata cavese e naturalmente votate allo sfruttamento agricolo del terreno».
Autore: Teresa Virtuoso – Archeologo collaboratore esterno della Soprintendenza Archeologica delle Province di Sa, Av, Bn e Ce
Fonte: Il Portico.it, 20 luglio 2012