Un santuario di fronte al Tempio R sull’agorà di Selinunte. Gli archeologi avevano ragione: a ridosso del monumentale edificio templare della città greca c’era un luogo di culto – forse dedicato a divinità femminili – dove gli antichi abitanti dedicavano preghiere e offerte sin dal momento della costruzione del tempio. La scoperta più importante della campagna di scavi italo-americana in corso è una immensa piattaforma di pietra addossata alla facciata principale del tempio R: un altare, secondo gli studiosi.
In campo, ancora una volta, docenti e studenti della New York University e della Università Statale di Milano che hanno indagato l’area davanti al tempio datato oggi, con certezza, al 570 avanti Cristo. Qui, poco lontano, è stata trovata anche la testimonianza della sacralità del sito: si tratta di due punte di lancia e un corno di capra che, secondo gli archeologi, erano deposizioni votive databili all’epoca della costruzione del tempio R.
Davanti agli occhi degli esperti, in mezzo al terrapieno attorno al tempio, è venuto alla luce un braccio in marmo di grandezza naturale, appartenente a una statua di circa 1 metro e 80 che può essere associato a un frammento di avambraccio trovato quattro anni fa e realizzato nello stesso materiale e con le stesse proporzioni. I due frammenti sono riferibili a una statua di kouros: il tipo statuario maschile principale della scultura greca arcaica. La statua, che con ogni probabilità aveva funzione votiva nell’ambito del grande santuario urbano potrebbe essere stata danneggiata in occasione della presa cartaginese di Selinunte nel 409. La scultura, verosimilmente, è stata smembrata e riutilizzata come materiale di riempimento e riciclo in età ellenistica.
I ritrovamenti concludono la grande campagna di indagini archeologiche e di scavi condotta nell’area archeologica dall’Institute of Fine Arts della New York University e dall’Università Statale di Milano con il coordinamento scientifico della direzione del Parco che sta puntando sul recupero dell’attività di studio e ricerca, rafforzando molto i rapporti con le Università italiane ed estere. Un progetto che mira a fare di Selinunte un modello di ricerca “aperto”.
Autore: Isabella Di Bartolo
Fonte: palermo.repubblica.it, 26 lug 2021