Così come casualmente fu scoperto il sito, quando a Nord di colle Moria un giovane sprofondò in una buca che immetteva nelle catacombe, 73 anni fa, sempre per caso a marzo (2016), alcuni operai a lavoro sull’impianto elettrico della galleria, in località Macrano, hanno individuato un cunicolo da secoli inesplorato scavato nella stessa roccia della catacomba.
Il cimitero, a ridosso dell’abitato, risale al IV secolo. La galleria, con volta a botte, ospita dei loculi quasi tutti di grande dimensione, tagliati nelle pareti e in alto, contengono scheletri di grande corporatura con i piedi rivolti verso l’uscita. Il tunnel è largo 1 metro e 20 cm, alto 2 metri, è lungo una quarantina di metri, si divide in 2 bracci ad angolo retto, una ventina di metri ciascuno. Sull’intonaco ai lati oltre alle nicchie per le sepolture sono visibili delle iscrizioni graffite, ma è anche evidente una croce uncinata e un monogramma di Costantino.
Tra i reperti archeologici recuperati nel sito, dopo la prima scoperta, non mancano lucernette, statuette in bronzo, mosaici, anfore e armamenti del popolo di Superaequvm, alcuni custoditi nel convento di San Francesco, altri esposti nel museo villa Frigerj di Chieti, altri sono spariti. Dopo un intervento di ristrutturazione il Cimitero ipogeo viene finalmente riaperto al pubblico.
Info: Trozzi Maria – mariatrozzi77@gmail.com