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CASSANO ALLO IONIO (Cs). A Sibari, un geologo scopre l’arcaica polis magno-greca?

sibari

E’ ancora tutta da approfondire, tuttavia, se gli studi e gli approfondimenti archeologici lo confermeranno, la notizia del ritrovamento di una struttura ad emiciclo in un terreno agricolo, che potrebbe presumibilmente essere stato un teatro greco nella città arcaica di Sibari, si pone come un importante tassello che ricostruisce ad arricchisce l’enorme patrimonio culturale e storico di una delle più rilevanti e note poleis magno greche in Calabria.
Ci troviamo in una frazione del Comune di Cassano all’Ionio in provincia di Cosenza, “teatro” della nascita, ascesa, sviluppo e declino dell’antica colonia di Sybaris, una tra le “super potenze” dell’antichità della Penisola, in equilibrio tra la sapienza della filosofia greca, l’arcaica cultura locale calabrese e gli sfarzi e il lusso delle antiche città asiatiche.
La scoperta è recente e, come annunciato da Fame di Sud, ha visto il geologo cosentino Amerigo Giuseppe Rota restare incuriosito dalla conformazione del terreno e dalla vista della struttura ad emiciclo che ha subito collegato ad un teatro greco, lanciando un appello alle istituzioni e agli studiosi volto ad approfondirne l’origine. Infatti, secondo quanto sostenuto dal geologo, la presenza di blocchi calcarei lavorati potrebbe essere ricondotta all’antico teatro che, secondo le intuizioni di Rota, potrebbe custodire nel sottosuolo i muri portanti che farebbero da fondamenta all’intera struttura, visibile per questo anche dall’esterno; inoltre – ha proseguito nella sua analisi Rota – uno tra questi blocchi calcarei potrebbe essere stato in uno sfarzoso passato la base o la sommità di una colonna, mentre un secondo blocco rimanderebbe ad un sedile dalla fattura simile a quello rinvenuto nel teatro di Segesta.
Sybaris fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro…” davvero tante cose, per omaggiare Manzoni. Fondata dagli Achei tra il 720 e il 708 a.C, l’antica Sibari è stata la più ricca, popolosa ed importante colonia della Magna Graecia; ancor prima delle metropoli che sarebbero sorte molto tempo dopo. A Sibari autori antichi come Diodoro Siculo raccontano di una popolazione di trecentomila abitanti, Erodoto di mura lunghe nove chilometri impiegate per cingere la poleis di fortificazioni difensive, insomma una grandezza impressionante per il periodo – e anche per la contemporaneità, se si pensa che la più popolosa Città Metropolitana di Reggio Calabria conta poco più della metà dei suoi antichi abitanti – che la annoverano tra le città più rilevanti nella Penisola dell’epoca, poi superata, diverso tempo dopo, solo dalla Roma dei Cesari che arrivò a contare un milione di cittadini.
sibariMa la grandezza da sola non basterebbe a descrivere adeguatamente Sibari, la polis possedeva un decisivo potere politico legato a diverse risorse e fattori, come il controllo sugli istmi che collegavano i due mari di Calabria, e da colonia magno greca, diventò così influente da fondare altre città, controllandone venticinque e dominando su quattro popolazioni tribali. Gli sfarzi, il lusso, l’amore per la bellezza provengono dallo sfruttamento di tutte le risorse che il territorio metteva a disposizione alla polis, come i giacimenti aurei, di argento, rame e sale. Proprio questa continua ricerca dello sfarzo, dei banchetti, di cui tanto si è detto, assieme ad una gestione politica demagogica, che vide la polis entrare in rotta di collisione con l’antico alleato Kroton, vide al culmine della sua potenza cadere “il gigante con i piedi d’argilla” nel vortice dell’eccesso sconfitto dall’esercito crotoniata che, oltre a sottomettere la città, provò ad eliminare dalla storia le tracce di quella antica potenza, deviando il corso del fiume Crati – dal greco Cratos, cioè forza bruta, dominio non a caso, sommergendo di acqua e fango i fasti dell’antica Sybaris.
Come si potrà immaginare e come riportato anche da Fame di Sud, già dall’immagine del fiume Crati sommerge l’antica polis, la ricostruzione archeologica delle stratificazioni storiche risulta particolarmente complessa, tanto per fattori naturali che per ragioni storiche. Infatti, come detto, la città arcaica fondata dagli Achei nell’VIII secolo a.C. venne distrutta e sommersa dai Crotoniati nel 510 a.c, poco più a sud l’Atene di Pericle decise di fondarvi la colonia greca di Thurii, sulla quale si sviluppò, come spesso accade in Calabria, la colonia romana di Copiae; inoltre la stessa conformazione della pianura sibarita ha visto cambiare in maniera importante la propria struttura morfologica ostacolando lo studio e il recupero di numerosi reperti archeologici ancora intrappolati nel sottosuolo e non identificati, come potrebbe essere anche per la struttura rinvenuta da Giuseppe Rota riconducibile ad un teatro.
Oggi molti reperti mobili recuperati nel Parco Archeologico sono custoditi nell’adiacente Museo Archeologico Nazionale della Sibaritide, che ricostruisce attraverso le sue bellezze le tracce della cultura materiale dell’epoca, della potenza e dello sfarzo dell’antica e rinomata colonia magno greca di Sybaris.
Il Museo, progettato dall’architetto Riccardo Wallach, anche per la sua architettura contemporanea, costituisce con i suoi quattromila metri quadrati distribuiti su tre livelli espositivi, il principale polo culturale e storico del litorale ionico della provincia di Cosenza. Al suo interno sono esposti i rinvenimenti precoloniali dei siti di Francavilla Marittima e Castiglione di Paludi, oltre come detto, ai reperti grechi della città di Sybaris e Thurii, che incontrano quelli della città romana di Copia.

Info:
info@meravigliedicalabria.it

Foto di copertina: ripresa dal video di Fame di Sud

Fonte: www.meravigliedicalabria.it

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